Fu l’inizio della scalata Olimpica a Sydney, dove gli Azzurri vinsero sei medaglie
Quattro quadrienni fa l’Italia del Nuoto iniziava a dare spettacolo sul palcoscenico Olimpico di Sydney entrando nella storia e gettando le basi per costruire un nuovo percorso acquatico.
Lo faceva esattamente 16 anni fa, nella giornta del 17 settembre, con Domenico Fioravanti che diventò il primo nuotatore italiano in 100 anni di storia a conquistare una medaglia d’oro alle Olimpiadi, conquistando il tetto del mondo nei 100 rana nella quale siglò anche il Record Italiano ed Olimpico con il crono di 1’00”46. Fu una gara sorprendente quanto emozionante, con Fioravanti che ne uscì vincitore dopo aver domato i due principali campioni del momento, il russo Roman Sludnov che allora deteneva il Record del Mondo e lo statunitense Ed Moses, secondo miglior specialista mondiale di sempre.
L’Italia aveva inserito la marcia veloce ed il giorno dopo Rosolino salì nuovamente sul podio olimpico vincendo la medaglia di bronzo nei 200 stile libero alle spalle di Pieter Van den Hoogenband e Ian Thorpe. Fu una gara al cardiopalma comandata per 150 metri dal terzetto composto da Van den Hoogenband, Thorpe e lo statunitense Josh Davis che avevano nettamente staccato tutti gli altri finalisti già nei primi 75 metri. Ma negli ultimi 25 metri accadde qualcosa di incredibile, con Massimiliano Rosolino che sferrò un attacco irresistibile che lo portò a toccare la piastra cronometrica per terzo in 1’46”65, 8 centesimi prima di Davis! Fu un vero tripudio.
Il percorso glorioso dell’Italnuoto era in realtà iniziato il 16 settembre, un sabato in cui Massimiliano Rosolino conquistava la medaglia d’argento nei 400 stile libero realizzando il Record Europeo in 3’43”40, cedendo soltanto all’immenso Ian Thorpe che realizzò il Record Mondiale.
La vittoria di Massi diede al gruppo Azzurro una carica di entusiasmo che cambiò totalmente i presupposti di quella nazionale che era andata in Australia convinta di far bene ma senza grosse pretese di podio, così come ricorda anche Riccardo Siniscalco, tecnico che faceva parte del team Italia di quella spedizione insieme ad Alberto Castagnetti.
«Tutto quello che la squadra ha fatto in quell’Olimpiade è stato straordinario – dichiara Siniscalco s Swim4Life Magazine – Né io, né Alberto (Castagnetti n.d.r) pensavamo alla vigilia di riuscire a fare ciò che poi abbiamo fatto. Avevamo una forte squadra, ma non da fare i risultati che poi invece siamo riusciti a fare. Atleti come Fioravanti e Rummolo ad esempio, così come lo stesso Rosolino in alcune gare, erano solo probabili finalisti che per noi era già un ottimo traguardo da realizzare. Soltanto dopo le semifinali ci siamo resi conto che potevamo fare qualcosa di importante. Ricordo che tutti gli atleti di quella nazionale fecero le loro migliori prestazioni trascinati dagli incredibili risultati raccolti nelle prime tre giornate. È stata una grandissima esperienza che mi auguro che per l’Italia si ripeta negli anni a venire.»
Il 20 settembre poi, avvenne qualcosa di ancora più incredibile: due italiani salirono sul podio olimpico della stessa gara, Domenico Fioravanti che contro tutti i pronostici vinse i 200 rana con il crono di 2′10”87 siglando il Record Europeo e diventando il secondo miglior specialista della distanza di sempre, nonché il primo italiano a vincere le Olimpiadi nella rana ed il primo in assoluto a centrare la doppietta olimpica nei 100 e 200 rana, e Davide Rummolo, che conquistò un’inaspettata medaglia di bronzo segnando 2’12”73. Solo 16 anni dopo, alle recenti Olimpiadi di Rio, l’Italia è riuscita a ripetersi con Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti nei 1500 stile libero, rispettivamente oro e bronzo.
In quella stessa giornata arrivò anche la medaglia d’oro di Massimiliano Rosolino conquistata nei 200 misti con tanto di Record Italiano ed Olimpico che registrò con il crono di 1’58”98. I primi 100 metri di Rosolino furono molto contenuti ma gli permisero di sfoderare un’eccellente frazione a rana che lo portò in prima posizione che mantenne scaricando tutti i cavalli che aveva nella frazione finale a stile libero, diventando imprendibile per i due statunitensi che inseguivano, Tom Dolan e Tom Wilkens.
Quelle strepitose Olimpiadi lanciarono il Nuoto made in Italy sui gradini più alti di sempre, mai più raggiunti sino ad oggi, occupando alla fine dei Giochi, il quarto posto nel medagliere del nuoto.
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