Dieci cose che solo chi è un nuotatore può capire

Non è tanto quello che sei ma quello che fai che ti qualifica e la quotidianità contraddistingue un nuotatore dal mondo che lo circonda

I nuotatori vivono un mondo favoloso ma non è tutto rose e fiori e solo chi vive il nuoto a 360 gradi può assaporarlo in tutte le sue sfaccettature e comprendere fino in fondo questa elitaria disciplina acquatica.

Ci sono cose che solo un nuotatore può capire ed episodi e compromessi ciclici di vita che soltanto chi nuota vive costantemente nella propria esistenza.

La quotidianità che vive costantemente un nuotatore, potrà sempre e solo essere compresa da un nuotatore e mentre agli “altri” sembrerà tutto assurdo, per noi sarà la felice normalità!

Dieci cose che solo chi è un nuotatore può capire:

Riprendere a nuotare dopo giorni di pausa

Capita a tutti i nuotatori, da chi ha fatto della sua passione un lavoro, a chi lo fa per passione e basta, di fermarsi per qualche giorno per svariati motivi.

Vuoi che siano dei giorni di festa da trascorrere magari in famiglia, vuoi che sia un riposo “forzato” per infortuni o malanni, ciò che ne consegue è sempre la stessa storia: sembrerà di essere ritornati al livello di “cavalluccio marino” o per i più fortunati al livello di “pesce pagliaccio”.

Una volta tuffati si avrà quella sensazione di non saper più ritornare a galla, se non stesi sulla superficie. Indossate pure un elmetto perché il bello arriva al momento della virata: l’idea del toccare e ripartire è quella che viene poi sempre applicata. Vogliamo parlare del tuffo? Un revival della “divisione delle acque del Mar Rosso”.

Rispondere alle domande “Quante vasche hai fatto oggi?” o “Hai vinto la medaglia?”
Ci vuole calma e sangue freddo. Sono queste due tra le domande più irritanti che possono essere fatte ai nuotatori, seguite da quella che è ormai consuetudine sentirsi dire dall’amico non nuotatore al primo giorno di mare: “Vuoi vedere che ti batto? Sono più veloce io!”.

Calma e sangue freddo. Per non parlare di “Quando ti vedremo alle Olimpiadi?” oppure “Ma quindi nuoti veloce come Federica Pellegrini?”

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Ad un certo punto non capisci più se sono seri o tutto rientra in uno sfottò che avrebbe come scopo il divertimento, lo spasso insomma! Siate comunque indulgenti, non tutti capiscono il movimento del nuoto.

La macchina come sala da pranzo
Dedicato a tutti coloro che conciliano passione al dovere. Usciti da scuola o da lavoro, hanno come tempo per pranzare soltanto la tratta di percorrenza fino la piscina.

Con loro si sfata il mito estivo delle due ore prima di farsi il bagno. Attenzione, niente panini con mortadella o polpette fritte, perché lì bisogna aspettare anche quattro ore.

Segni dell’allenamento
Un classico esempio? La sfregatura del costume sul collo delle donne. Che bruciore e che fastidio! Per non parlare degli abituè degli occhialini modello svedese che hanno occhiaia perenni con annesso timbro indelebile dettato dal nasello forse un po’ troppo stretto, ma che non sarà mai veramente stretto se garantirà aderenza degli svedesi alla testa. Lividi, lividi ovunque.

Lividi sulle ginocchia per le arrampicate  al muretto; lividi sui polsi ed avambracci per aver incrociato un delfinista; lividi sui fianchi e cosce per aver incrociato un ranista.

Insomma, vere e proprie testimonianze del duro lavoro svolto in acqua, per non parlare poi degli splendidi segni dell’abbronzatura del costume olimpionico. Sono tutti segni di riconoscimento che solo un nuotatore potrà apprezzare nell’incrociare un suo simile.

Prova costume
Parlando di costumi, nel periodo che precede l’estate sono tutti alla ricerca della forma fisica perfetta in vista del primo bagno sempre più imminente, ma noi nuotatori no.

Noi tutti, o quasi, superiamo la prova costume 365 giorni l’anno e non dovremo mai preoccuparci di mostrare pancia, addominali e cosce, almeno fino a quando saremo nuotatori in attività.

Non dovremo mai preoccuparci né di cerette, né di cellulite. I nuotatori sono pronti ogni giorno per la prova costume.

Gli allenamenti durante le festività
Riposo? Avete parlato di riposo? Cos’è il riposo? Mentre gli altri individui si godono il tanto atteso e meritato relax durante ferie e festività, noi nuotatori no!

Approfittando della chiusura di scuole e di uffici opteremo sempre per una doppia sessione di allenamento, accompagnata magari anche da una passeggiata in palestra.

Abbandonate quindi l’idea di sveglie a mezzo giorno e pisolini sul divano fino a sera, perché questa condizione si verificherà solo il giorno di Natale, forse.

I week end senza baldoria
Tasto delicato, soprattutto per i più giovani, soprattutto durante il periodo delle competizioni. Mentre i nostri amici coetanei se la spasseranno tra discoteche e tavole imbandite, facendo baldoria fino all’alba come se non ci fosse un domani, noi nuotatori, tra un petto di pollo e l’altro, imposteremo la sveglia alle sei del mattino e ci rimboccheremo le coperte alle dieci di sera quando faremo tardi.

Sacrificio che verrà poi ripagato magari da un personal best al momento giusto. Gli “altri” non capiranno mai, ma siate gentili, sono soltanto esseri viventi e non nuotatori.

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Infilare il costumone
Come si spiega agli “altri” quant’è difficile infilare un costume da gara e perché si usa? Forse provando a fargli immaginare una persona da taglia L che tenta di infilarsi un capo di taglia XS?

E per fortuna che l’era dei costumoni gommati è orma strapassata: lunghi fino alle caviglie, non si infilavano nemmeno se interamente oliati, stuzzicando l’intelletto dei nuotatori che si sono inventati di tutto per guadagnare minuti e risparmiare forze, dalle tanto amate bustine per surgelati al borotalco!

Se volessimo quantificare il tempo che oggi necessita per infilare un costume da gara, potremmo dire dai dieci ai venti minuti, il che dipende dall’esperienza del nuotatore e se si tratta di un maschio o una femmina, con il gentil sesso penalizzato perché si sa, per le donne tutto è sempre più difficile!

Ma poi come la spieghi agli “altri” la felicità che ti pervade una volta che lo si indossa? Come la spieghi quella sensazione di grandezza, importanza, forza ed energia che ti inonda quando ci nuoti? Non si può. Solo chi vive le stesse emozioni può capire.

Fame post allenamento
Il senso dell’olfatto e del gusto si amplificano dopo l’allenamento ma ai nuotatori subentra un altro senso: quello della fame! In realtà questo si sviluppa già alla fine del blocco di allenamento centrale, quindi durante e non a fine allenamento.

Mettiamola su questo piano: il pensiero di uscire dall’acqua e assumere cibo è l’unico motivo che ci spinge a portar a termine l’allenamento. Vorreste contraddirmi?

Tornati a casa, quasi come cani da tartufo, si scava nei posti più remoti della dispensa e mentre nella testa vacilla il pensiero di una pizza fumante, ci si rende conto che a disposizione ci sono soltanto gallette di riso e marmellata.

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La complicità tra compagni di squadra e con l’allenatore
Da sempre il nuoto è considerato come sport individuale. Nessuno considera tutto ciò che c’è dietro la gara che sì, è individuale, ma rappresenta lo step finale che si raggiunge solo se hai una squadre alle spalle:

il tirarsi a vicenda in allenamento ci spinge sempre oltre i nostri limiti, ricevere lo sprono e l’incitamento dell’allenatore sarà come udire parole magiche che soltanto lui sa pronunciare, tipo Gandalf che apre la porta delle miniere di Moria parlando in elfico.

Il sostegno che possono offrirti, la grinta che possono trasmettermi e l’incitamento che possono urlarti i compagni di squadra ed il tuo allenatore sono alla base del nuoto ben fatto ed è ciò che riesce a darti un motivo per andar sempre avanti e non mollare.

Gli “altri” non lo capiranno mai, ma il nuoto è uno sport di squadra!

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Rosaria Oliviero

Studentessa presso la Facoltà di Farmacia e appassionata swimmer! Un passato da agonista ed un presente da nuotatrice Master la spingono a seguire il nuoto in tutte le sue sfaccettature