Tredici anni di fila ai vertici mondiali, miss 200 stile nell’ultimo 200 della sua carriera, forse …“Se arrivo ai Giochi di Tokyo che sto bene, potrei anche fare i 200”
Da mito a leggenda, da leggenda a realtà, da realtà a storia. Ciò che ha scritto Federica Pellegrini con la vittoria dei 200 stile libero ai Mondiali di Budapest, è qualcosa che nemmeno uno scrittore di romanzi poteva immaginare. Una nuotatore non ha una vita agonistica di alto livello lunghissima e fatta questa considerazione, assume un valore ancora più importante il suo essere ai vertici del nuoto mondiale da 13 anni. Da quella medaglia d’argento ai Giochi Olimpici di Atene, vinta con il muso di chi voleva l’oro già a 16 anni e beffata invece da una più esperta Camelia Potec che in corsia laterale andava a prendersi la vittoria che voleva lei. Da lì fino a Budapest 2017 ha fatto qualcosa di incredibile, vincendo otto medaglie d’oro, quattro d’argento e una di bronzo tra Olimpiadi, Mondiali ed Europei.
Una distanza che le è stata cucita nel cuore quella dei 200 metri stile libero, in cui ha saputo registrare il Record del Mondo per ben due volte, nella finale olimpica di Pechino (1’54″82 nel 2008, ndr) e in quella Mondiale di Roma (1’52″98 nel 2009, ndr). Una distanza di gara in cui ha saputo regalare emozioni mai vissute prima di lei nel nuoto italiano.
E dopo tutto questo è arrivato l’oro dei Mondiali di Budapest, l’ottavo della sua carriera in vasca lunga, nuotando quell’1’54″73 che pochi o nessuno si aspettava, meglio di quanto abbia mai fatto quest’anno, meglio anche del quarto posto della finale dei Giochi Olimpici di Rio (1’55″18, ndr).
Una vittoria inattesa arrivata dalla corsia 6, accerchiata dalla favoritissima Katie Ledecky, dalla forte australiana Emma Mckeon e all’idolo di casa Katinka Hosszu, dopo una delle sue classiche rimonte messe in atto nell’ultima vasca, una vittoria raccontata con la gioia di chi è riuscita a realizzare un sogno.
Quel festeggiamento a cavallo della corsia: quanto è stato bello vincere i tuoi 200 stile a Budapest?
“Memore di quello che ho vissuto in passato, quando dopo una vittoria tutto finiva così velocemente, mi sono detta Fede calmati, goditela centesimo per centesimo e così ho fatto. Dire che sono felice per aver vinto i 200 stile di Budapest è dire poco”
Quando hai capito che ce l’avresti fatta?
“Nemmeno al tocco della piastra ho pensato di aver battuto le mie avversarie, perché pur respirando dalla loro parte, c’era tanta schiuma che non mi permetteva di vedere dove fossero. Poi al tocco della piastra cronometrica loro hanno alzato la testa poco dopo di me e mi sono soffermata, non potevo crederci”
Il giorno prima della finale non ti sei sbilanciata sul crono che potevi nuotare
“Ho preferito non sbilanciarmi perché non avrei mai voluto che si verificasse quello che è successo a Rio, però più o meno sapevo di avere quel margine di nuotata. Non pensavo onestamente bastasse per la vittoria perché vedendo le mie avversarie in semifinale, addirittura Ledecky più veloce di me di un decimo, pensavo non bastasse fare il massimo per arrivare davanti a tutte, ma si sarei accontentata di una medaglia, non ero scesa in acqua per vincere”
In quella finale avevi sicuramente un’ottima preparazione atletica ma anche la testa giusta?
“Beh si, diciamo che quando stai bene succedono delle cose un po’ inspiegabili: entri in acqua che fila liscio tutto dall’inizio alla fine, a volte studi tremila anni per una gara del genere e poi non viene o viene nel momento in cui meno te lo aspetti. Onestamente quest’anno ci abbiamo lavorato tanto e sono contenta di essermi blindata in altura a un mese dai Mondiali insieme al mio team. Anche quello mi ha dato tanta serenità. Sapevo di non stare male, in acqua avevo ottime sensazioni, però onestamente da lì a pensare di vincere, ci passava un’eternità”
Tra gli abbracci che ti hanno travolta dopo la vittoria c’è stato anche quello di Magnini
“Penso che tutta la squadra si sia emozionata molto perché la mia era una medaglia un po’ inattesa, o almeno era inattesa una medaglia del colore oro e questo lo so anche io, quindi tutti sono stati molto felici ed emozionati”
Malagò si è un po’ preoccupato del tuo annuncio in merito all’addio ai 200 stile
“Si è vero, era un po’ preoccupato e ne voleva parlare prima con me. Sinceramente, già prima di arrivare a Budapest, avevo deciso che laddove avessi vinto una medaglia, fosse stato il momento ideale per chiudere con i miei 200 stile, così come volevo io, sul podio mondiale. Inizierò a fare la vita da velocista che sicuramente è una bella vita – racconta sorridendo Federica – Con l’oro vinto sono ancora più convinta della scelta presa”
Il progetto Tokyo va avanti quindi con la velocità?
“Certamente, io non smetto di nuotare altrimenti lo avrei detto. Darò sicuramente una mano alle staffette e continuerò ad impegnarmi. Poi il futuro non lo conosce nessuno: magari arrivo a Tokyo che sto benissimo e decido di fare i 200 stile, ma questo non posso saperlo adesso. Per ora sono certa che non mi allenerò per i 200 metri”
Malagò ha anche detto che sei la più grande atleta di sempre
“Sono contenta che lo dicano gli altri. Io certamente non posso dirlo, ma sicuramente è bello essere ancora in alto dopo così tanti anni”
Tu che hai vinto tanto, quanto conta in particolare l’oro vinto a Budapest?
“Conta tantissimo, anche rispetto a ori persi tanti anni fa. Penso di essermelo meritato. All’ultima virata ho cercato di dare il massimo e pensare di non voler buttar via quell’opportunità e cercare di prendermi la medaglia che volevo ma che mai avrei pensato di poter raggiungere. Volevo a tutti i costi salire sul podio dei miei ultimi 200 stile libero”
Essendo una medaglia particolare, a chi senti di dedicarla?
“Sicuramente a me stessa per le fatiche che ho fatto in questi anni per questi 200 stile nel bene e nel male. Sicuramente adesso navigo con un po’ più di leggerezza”
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