Gli Europei di nuoto in vasca corta a Copenhagen hanno riportato l’Italia sul tetto della classifica per nazioni per la seconda edizione consecutiva. In un bottino finale che parla di 17 medaglie, di cui 5 ori, 7 argenti e 5 bronzi (terzo posto assoluto nel medagliere), c’è un’atleta in particolare a simboleggiare la rinascita del movimento azzurro: stiamo parlando di Fabio Scozzoli, tornato sul gradino più alto del podio continentale nei 50 rana e capace di conquistare due argenti, uno sulla distanza doppia e uno nella staffetta 4×50 mista. Una favola, quella del 29enne romagnolo, rinato dopo anni difficili fatti di infortuni, dubbi e mille domande.
Partiamo dall’ultimo capitolo della storia di uno dei ranisti più vincenti di sempre del nuoto italiano. Classe 1988, il nuotatore di Lugo ha iniziato la rassegna continentale nella Royal Arena di Copenhagen con l’impegno nei 50 rana. Una gara condotta con intelligenza e con una distribuzione dello sforzo che l’ha portato al picco di prestazione nel turno più importante, quello della finale. Qualificatosi all’ultimo atto con il terzo tempo, Scozzoli ha battuto due grandissimi della rana mondiale: il russo Kirill Prigoda e il dominatore della specialità degli ultimi anni, l’inglese Adam Peaty. Un trionfo suggellato dal primato europeo di 25”62.
Il vero capolavoro, però, Scozzoli l’ha realizzato nei 100: nonostante la stanchezza è riuscito a strappare l’argento con il record nazionale di 56”15 con Peaty costretto a impegnarsi fino al nuovo primato continentale per aver ragione dell’azzurro.
Due risultati importanti che sanno tanto di rinascita e che hanno confermato le previsioni di BetStars che indicavano proprio l’azzurro tra i favoriti nella specialità più tecnica del nuoto. Rinascita vera per un campione che è passato dal tetto del mondo all’ipotesi di ritiro, dai podi agli infortuni, dai record alle mancate qualificazioni ai Giochi Olimpici. Scozzoli è ufficialmente tornato. I risultati sono lì a dimostrarlo.
Classe 1988, oggi allenato da Cesare Casella, Fabio è un atleta del Centro Sportivo Esercito tesserato con l’Imolanuoto. Dal 2010 al 2012 il primo periodo vincente della carriera: oro agli europei del 2010, due argenti nei mondiali del 2011, la finale olimpica di Londra 2012 chiusa con un quinto posto amaro, il titolo mondiale in vasca corta, sempre nello stesso anno.
Poi il periodo buio: nel 2013, durante il ritiro in collegiale a Lido delle Nazioni, Fabio si rompe il legamento crociato del ginocchio, un infortunio terribile per un ranista. Seguono anni difficili, fatti di riabilitazione e di mancanza di fiducia e risultati. Almeno fino a luglio 2017. Nei Mondiali in vasca lunga di Budapest, Scozzoli torna a nuotare sotto il minuto nei 100 rana dopo tre anni. Sono i primi segni di una rinascita che vedrà il proprio coronamento nei podi di Copenhagen. Podi che aggiornano il palmares del ranista di Lugo: 18 medaglie agli europei di cui 11 ori, e 7 medaglie ai mondiali con una medaglia del metallo più prezioso.
La domanda che tutti ora si pongono è: riuscirà Scozzoli a essere competitivo anche nella piscina da 50 metri e in una situazione che tende a penalizzare i punti di forza dell’azzurro, cioè virate, partenza e subacquea? A detta dello stesso Scozzoli manca ancora qualcosa, soprattutto nella nuotata e nella resistenza negli ultimi 10 metri di gara. Le prestazioni cronometriche di Copenaghen sono state una bella iniezione di fiducia e il carattere del ragazzo non è mai stato in discussione. Basterà per tornare ancora una volta sul gradino più alto del podio? Per saperlo dovremo attendere solo qualche mese: il prossimo appuntamento del nuoto continentale è quello dell’8 agosto con gli Europei di Glasgow.
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