Proprio come l’anno scorso, l’Azzurra gode subito degli effetti dell’allenamento in altura di Livigno siglando inoltre la quinta prestazione mondiale di sempre in vasca corta
Sembra essere diventato un rito per Simona Quadarella, che così come nella scorsa stagione in questo stesso periodo, va a migliorare il Record Italiano dei 1500 stile libero in vasca corta subito al rientro dal collegiale in altura svolto a Livigno, al meeting in vasca corta dell’Aquaniene a Roma.
A meno di due mesi dai Campionati Europei in vasca corta, l’atleta romana del Circolo Canottieri Aniene e Fiamme Rosse allenata da Christian Minotti ha nuotato la distanza in 15’35″82 che rappresenta la migliore prestazione mondiale stagionale, migliorando nettamente il suo precedente di 15’44″76 segnato esattamente un anno fa in occasione della terza edizione del Trofeo Mario Battistelli disputato presso il Centro Federale di Pietralata di Roma, piazzandosi anche in quell’occasione al comando della Ranking mondiale stagionale.
Ancora più interessante è che questo crono vale per l’ormai quasi 21enne (compirà gli anni il 18 dicembre, ndr) la quinta prestazione mondiale di sempre in vasca corta alle spalle di Belmonte, Boyle, Friis e Ziegler, particolare che, anche se la distanza non è in programma nell’evento continentale atteso al Tollcross International Swimming Centre di Glasgow dal 4 all’8 dicembre, fa ben sperare per l’assalto agli 800 stile, in cui, in ambito continentale, Simona Quadarella ha vinto un bronzo nel 2017.
Ricordiamo anche che l’anno scorso, oltre a segnare la miglior prestazione mondiale di sempre, Simona Quadarella siglò l’ottavo crono mondiale di sempre a poco più di un mese di distanza dai Mondiali in vasca corta di Hangzhou dove poi vinse l’argento.
L’allenamento speciale, chiamato anche ipossico, svolto in occasione del collegiale di Livigno a 1.816 metri sopra il livello del mare, mette l’atleta in condizioni di respirazione particolarmente forzate con lo scopo di migliorare le prestazioni nelle competizioni svolte in seguito a livello del mare, sempre che l’atleta sia capace di sfruttare a proprio vantaggio la maggiore produzione di EPO che avviene in conseguenza a un allenamento in altura.
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