Esteso il divieto di accesso agli impianti sportivi anche agli atleti di interesse nazionale fino al 13 aprile, chiarimento sui bambini, consentita uscita solo in accompagno al genitore per fare la spesa
Estese fino al 13 aprile le misure di precauzione per contenere il contagio da Coronavirus Covid-19 e ampliamento del divieto di allenarsi anche per gli atleti di interesse nazionale, le fasi salienti che interessano lo sport ed emerse dal discorso del Premier Giuseppe Conte andato in onda in sera per aggiornare la popolazione italiana sulle ultime decisioni del Governo.
La decisione di fermare gli atleti, anche quelli di interesse nazionale che con la precedente revisione del Decreto Cura Italia potevano continuare ad allenarsi utilizzando gli impianto sportivi aperti appositamente per loro, è stata presa con scopi ben precisi.
“Abbiamo deciso di introdurre una minima novità in merito al regime che disciplina le sedute di allenamento per evitare che le società sportive possano pretendere l’esecuzione della prestazione sportiva, anche se sotto la semplice forma di allenamento – ha spiegato Giuseppe Conte – Non sono dunque consentite le sedute di allenamento negli impianti sportivi, tanto più in forma collettiva, ma questo non significa che gli atleti non possano continuare ad allenarsi in forma privata e individuale al di fuori di essi”
Le conseguenze del Covid-19 hanno portato ormai a numeri spaventosi, con circa 110mila contagiati e più di 13mila vittime in Italia – dati ufficiali del Ministero della Salute – e più di 820mila contagiati e oltre 40mila deceduti in tutto il mondo – dati ufficiali Arcgis – dati statistici aggiornati a ieri sera.
“Non abbiamo affatto autorizzato l’ora di passeggio per i bambini – spiega Conte anche sulle voci circolate recentemente in merito all’ora d’aria per i bambini – Abbiamo semplicemente detto che consentiremo l’accompagnamento di un bambino insieme al genitore per uscire a fare la spesa”
Non dobbiamo abbassare la guardia, ora che si vedono i primi risultati, come spiega ancora Conte, ma la ripresa resta al momento non prevedibile e la proroga della quarantena al 13 aprile potrebbe non essere l’ultima.
Quando riprenderanno le attività lavorative e quando riapriranno le piscine?
La Cina ha impiegato 65 giorni per raggiungere il risultato di fermare il contagio e poter ricominciare con la vita normale, utilizzando misure di contenimento molto rigide e metodi particolarmente dittatoriali affinchè quelle misure potessero essere rispettate per il bene del Paese.
Considerando che l’Italia è in quarantena da appena 23 giorni e che ad oggi i numeri che aggiornano i nuovi contagiati e le vittime, seppure mostrano un trend in calo, continuano ad essere rilevanti, è ipotizzabile aspettarsi di restare in quarantena almeno oltre il 1° maggio, per valutare poi la situazione generale e decidere eventualmente di entrare nella Fase 3 descritta da Conte, ovvero la lenta e graduale ripresa delle attività lavorative indispensabili.
Piscine e sport in generale devono valutare a questo punto la seria possibilità di riprendere le attività soltanto a partire da settembre, molto probabilmente con restrizioni che influiranno sul flusso di utenti che a prescindere da tutto, potrebbe facilmente essere più lento del normale.
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