Nuoto, Sun Yang chiede appello alla squalifica “L’infermiera che ha prelevato il mio sangue non era qualificata”

Il cinese ancora sotto i riflettori, prova ad annullare la squalifica di otto anni inflitta per aver distrutto un suo campione di sangue per controllo antidoping

Ancora Sun Yang sotto i riflettori, ancora per questioni di doping: il cinese, che era stato sospeso per otto anni su richiesta della WADA e dietro sentenza della Corte di arbitrato per lo sport (CAS) per aver distrutto a martellate un campione di sangue prelevato per i controlli antidoping di rito nel settembre 2018, ha presentato ricorso con appello al Tribunale Federale Svizzero (SFT).

Sun Yang non aveva in precedenza presentato richiesta in appello, ma i termini per poterlo fare sono stati prolungati a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, circostanza che ha fatto ritornare il cinese sui suoi passi, approfittando della “seconda possibilità” per opporsi alla squalifica.

Alla base dell’appello, Sun Yang sostiene che i due agenti della WADA che gli avevano prelevato il campione di sangue, non avevano presentato credenziali adeguate né adeguate qualifiche o licenze, versione confermata anche dal dottor Ba Zhen, due volte bandito dalla WADA.

Non esiste ancora una data fissata per l’udienza dell’appello, ma intanto Sun Yang rimane un atleta sospeso e non può allenarsi né partecipare ad eventi di nuoto. Lo scorso mese il cinese era stato convocato illegalmente dalla Federazione Nuoto Cinese per un collegiale pre olimpico da aprile a giugno, ma poi dietro segnalazione di Swimming World Magazine, aveva provveduto ad annullare la convocazione.

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine