Tra riflessioni profonde legate al Covid-19, accenni di polemica satirica e problemi di salute superati, il nuoto resta il centro del suo universo e la sua camera rigeneratrice
Nuotare con continuità e competitività da circa quarant’anni potrebbe sembrare un’impresa impossibile da realizzare, ma Raffaele Lococciolo lo fa e con una naturalezza ammirabile, anzi, il nuoto sembra essere diventato la sua camera di rigenerazione, come quella aliena vista nel film degli anni ’90 Stargate, che gli permette non solo di mantenersi in forma, ma di rinascere dalle sue ceneri come il mito della fenice ogni qualvolta è costretto a farlo.
Il toscano partecipa attivamente alle competizioni Master dal 2002 e in quasi vent’anni non ha mai avuto un calo di interesse verso questo ambiente e la cosa assume valore aggiunto se si pensa agli anni da agonista vissuti prima, particolari che lasciano capire chiaramente che il nuoto è parte integrante del suo mondo.
Come dice lui, è ripartito da zero più volte nella sua vita e per quanto faticoso, probabilmente è un processo che combinato con l’acqua clorata lo mantiene attivo e forte, corazzato per attutire agli impatti quotidiani. E uno grosso, un altro, lo ha subito negli ultimi mesi a causa di un infortunio abbastanza singolare, che lo ha costretto per quasi due mesi a letto, senza permettergli di camminare.
Cosa hai avuto esattamente che ti ha bloccato per così tanto tempo?
“Quello che ho avuto è un extra rotazione dell’anca, il motivo a causa del quale si è verificato è ignoto a me e ai medici. Questo mi ha provocato una compressione del nervo femorale che mi causava prima fastidi e poi più avanti nel tempo forti dolori al punto da costringermi cinquantadue giorni a letto senza potermi muovere. Nessun tipo di antinfiammatorio era efficace e quindi sono ricorso alla fisioterapia che attraverso un lavoro lungo, noioso e doloroso mi ha rimesso in piedi. Adesso sto abbastanza bene, anche se la gamba in questione è come addormentata, quindi faccio un pochetto di fatica a farla rispondere per fare una corsetta”
Penso che tutti siano curiosi di sapere anche il motivo per cui alcuni mesi fa hai pubblicato quella lettera aperta che metteva a nudo il tuo intimo.
“Quella lettera l’ho scritta nel periodo forse più acuto della mia personale quarantena e rappresenta per me uno sfogo, destinata comunque a chi nuota e sa cosa vuol dire nuotare. Eravamo agli albori del lockdown per Coronavirus, ma in realtà per me era già il terzo mese chiuso in casa, perché mi ero fatto male ed ero immobile a letto. L’ultima gara che ho fatto era al Brunelleschi di Roma diversi mesi prima e mi mancava tutto quello che facevo con il nuoto, in tutte le sue gioie e tutte le sue sofferenze”
Arriviamo all’attualità: in questo periodo particolare dovuto al Coronavirus con le conseguenti regole di distanziamento sociale e dopo i problemi di salute, sei comunque riuscito a ritornare a nuotare!
“Si, ci sono riuscito, anche se la piscina dove nuoto abitualmente è ferma per lavoro di ristrutturazione e quindi ho dovuto trovare un altro impianto. Ritornare nel mio elemento naturale dopo le sofferenze patite, è stato liberatorio. Non ho provato ancora a spingere, ma la nuotata lunga è su livelli per me accettabili e presto riuscirò a fare un allenamento più strutturato”
Hai una base aerobica naturale, perché non è facile tornare in acqua dopo tutto questo tempo e girare da subito tempi validi. Il nuoto è veramente il tuo ambiente naturale?
“Durante il lockdown ho fatto quello che potevo per tenermi in attività e la mia speranza è di tornare tra un po’ a nuotare come voglio, spingendomi al limite di me stesso come mi piace fare e non lo faccio da tanto tempo per vari motivi e per me è una sofferenza. Spero di fare quello che vorrei a partire da settembre, anche se sarà il mio ultimo anno di categoria Master45 e quindi rappresenterà una stagione di transizione. L’anno seguente mi piacerebbe andare ai Mondiali in Giappone da Master50 con qualche aspirazione”
Come immagini la prossima stagione in questo periodo di incertezze dovuto ancora al Covid-19?
“Non so immaginare con quali caratteristiche si svolgeranno i trofei pensando a meeting da oltre 600 persone come quello che organizzate voi di Swim4Life. Ci permetteranno di viverli come al solito? Sarà obbligo avere mascherine, sanificare e restare distanti? Non so immaginare un trofeo Master con queste regole. Spero che le cose migliorino e che non sia necessario andare avanti con le restrizioni attuali altrimenti il nuoto diventerebbe difficile e stressante più che rilassante e divertente”
Dopo circa quarant’anni di nuoto tra agonismo e master, pensi che riusciresti a vivere senza?
“In realtà si può vivere serenamente anche senza nuoto. Il punto però è che nuotare mi piace, non mi pesa, anzi, allenarmi al mattino poco dopo essermi svegliato è il modo migliore per iniziare la giornata. Non sento di essere un fanatico, nuoto da solo e forse è proprio per il fatto di poter vivere momenti di intimità con me stesso che mi piace di più, perché non li vivo in nessun altro frangente delle mie giornate”
Non dover togliere tempo ad altre cose la sera e avere quindi la possibilità di nuotare al mattino ti aiuta a essere costante e continuo?
“Mi è capitato un anno di nuotare di sera e quello fu il mio miglior anno degli ultimi otto anni. Mi allenavo con un gruppo di persone abbastanza tosto, in cui c’era anche Niccolò Beni e ci davamo motivazione a vicenda. Da un punto di vista metabolico è diverso, nuotare di sera o di pomeriggio è meglio, ma entravo in acqua alle 20.00 e questo significava che nella mia vita non potevo fare altro che nuotare oltre al lavoro. Non hai una vita sociale, non puoi curare altre passioni, non puoi incontrare amici per un aperitivo e sicuramente non è l’ideale per me. Probabilmente nuoterei ugualmente ma sarebbe più faticoso”
Parlando di tempo e di priorità, la quarantena dovuta al Covid-19 ti ha fatto riflettere su qualcosa in particolare?
“Ti dirò, sono arrivato alla conclusione che non dovrebbe venire qualcuno a importi di restare a casa per due mesi e non fare determinate cose per avere poi più tempo da dedicare a te stesso, perché se è così c’è un problema. Il tempo da dedicare a se stessi andrebbe preso senza che nessuno ce lo imponga”
Qualcuno e anche tu stesso ti definisce polemico, ma il tuo essere critico e pungente, è un ruolo che giochi o sei proprio così?
“È un ruolo che gioco con divertimento e sinceramente ti confesso che commento post su Facebook senza guardare nemmeno chi è l’autore del post e la cosa sorprendente è che a volte mi rendo conto di essere più allineato con persone con cui non ho rapporti o nelle quali non mi ci rispecchio rispetto ad altre a me più vicine. A proposito di polemiche, potremmo parlare di come la Federnuoto gestisce i Master, ma forse è meglio di no” – sorride
Da poco hai compiuto 48 anni! Come ti senti?
“Eh…per certi versi li sento tutti, per tanti altri non sembra di averli. Avendo cominciato da zero tante volte nella mia vita, forse mi sento più giovane. So che tutto quello che ho fatto in questi 48 anni, giusto o sbagliato, lo rifarei. Al nuoto comunque ho dato sempre tutto quello che avevo, anche se da agonista non tutto è andato come doveva andare e qualcosa mi è rimasto a credito”
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