Nuoto, i corpi di Fabio Lombini e Gioele Rossetti ancora bloccati, amplificato il dolore delle famiglie

La burocrazia procede troppo a rilento, non fu così nel caso molto analogo di Marco Casale, scomparso anche lui a causa di un ultraleggero

Dopo quasi due mesi dall’incidente che fu fatale per la vita dei giovani nuotatori Fabio Lombini e Gioele Rossetti, il grande dolore delle famiglie viene ulteriormente ampliato a causa della burocrazia che a tutt’oggi tiene bloccate le salme dei due ragazzi, in attesa degli accertamenti che si stanno svolgendo in conseguenza al drammatico evento.

I due ragazzi persero la vita lo scorso 31 maggio in seguito a un incidente con un aereo ultraleggero privato, precipitato poco dopo il decollo per un’avaria al motore che ancora non si sa spiegare, nei pressi di Nettuno, vicino Roma.

Nonostante sia stato già fatto da tempo l’esame del DNA, indispensabile per identificare i due atleti purtroppo carbonizzati in seguito all’incidente, i due corpi sono ancora conservati in un obitorio di un ospedale di Roma e nessuno tra la Procura di Velletri che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti e i carabinieri che seguono le indagini, hanno informato in qualche modo i familiari per aggiornarli tempistiche e criticità delle indagini.

Tutto questo non fa altro che aggravare il dolore dei familiari, che non hanno potuto sfogarsi e riunirsi per le celebrazioni funebri e tanto meno hanno avuto il sacro santo diritto di poter piangere i propri figli dopo una degna sepoltura.

Purtroppo ciò che subentra in queste tristi vicende è il potere delle assicurazioni, chiamate in causa per risarcire i danni, se dovuto, in conseguenza alle cause stabilite sulla natura dell’incidente. Purtroppo da questa redazione sappiamo bene le dinamiche di questo tipo di situazioni che abbiamo vissuto nell’agosto 2011, quando abbiamo perso il caro amico e collega della testa di Swim4Life Magazine Marco Casale, scomparso proprio a causa di un incidente aereo con un ultraleggero.

Le dinamiche dell’incidente furono diverse, molto più complesse di quanto si è verificato con Fabio e Gioele, perché l’areo di Marco si adagiò in cima ad alcuni alberi dopo un atterraggio di fortuna in seguito all’anomalia occorsa al motore. Marco cadde al suolo sfortunatamente nel tentativo di scendere da quegli alberi.

La dinamiche dell’incidente sono quindi molto più complesse affinché si possano attribuire colpe per i dovuti risarcimenti delle assicurazioni, eppure in quell’occasione il corpo di Marco venne svincolato dalle autorità dopo “solo” tre giorni.

È certamente necessario esaminare i resti dell’aereo, analizzare la scatola nera, individuare la causa della sciagura e attribuire le colpe e per fare questo servono certamente tempi tecnici non brevi, ma nel caso di Marco Casale, tutto ciò avvenne senza la necessità di dover bloccare anche il corpo per tanto tempo.

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Gli oltre cinquanta giorni trascorsi dall’incidente di Lombini e Rossetti sono a dir poco assurdi, per i ragazzi stessi e per le loro famiglie, per le quali il tempo di è fermato a quella maledetta domenica del 31 maggio e pertanto sarebbe proprio ora di concludere almeno questa parte dolorosa di una perdita incommensurabile.

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine