Con lui anche Max Rosolino, “Se falliscono le società, non ci sarà lavoro e non ci sarà neanche più lo sport. Fateci riaprire o dateci contributi veri, non elemosina”
Dopo aver fatto sentire la propria voce attraverso un megafono al Pantheon di Roma la scorsa settimana in occasione della manifestazione di sensibilizzazione e preoccupazione nei confronti delle Autorità da parte del mondo delle piscine e delle palestre all’indomani delle misure dell’allora nuovo DPCM, il Presidente della Federnuoto Paolo Barelli è tornato in piazza per esternare il proprio dissenso di fronte alla chiusura degli impianti sportivi come forma di contenimento decisa dal Governo contro la diffusione del Covid-19.
Insieme a tutti coloro che fanno parte del mondo delle piscine, delle palestre e in generale degli impianti sportivi, si è presentato davanti a Palazzo Montecitorio a Roma per chiedere al Governo la riapertura immediata delle attività altrimenti in alternativa “veri ristori”.
“Lo sport merita rispetto”, questo lo slogan della manifestazione “Un tuffo senz’acqua” organizzata dalla società SIS Roma in collaborazione con il comitato FIN Lazio e sostenuta dalla Federazione Italiana Nuoto, per protestare contro lo stop agli impianti decretato dal DPCM dello scorso 24 ottobre al fine di far fronte all’emergenza Covid-19.
“Sono tutti preoccupati e addolorati perché hanno speso centinaia di migliaia di euro per mettere i loro impianti in sicurezza e adesso se si chiude non si riparte – ha dichiarato Barelli all’ANSA – Se falliscono le società, non ci sarà lavoro e non ci sarà neanche più lo sport. Noi chiediamo di farci riaprire o di darci contributi veri, non ristori come questa elemosina” – riferendosi chiaramente al Decreto Ristori firmato dal premier Conte la scorsa settimana.
Tra gli striscioni esposti, uno della FIN che elenca le istanze di diverse categorie degli sport acquatici: “Nuotatori, pallanuotisti, tuffatori, sincronette, salvamento. Noi siamo le piscine”.
Tra le persone scese in piazza a far sentire la propria voce di disappunto, anche l’olimpionico Massimiliano Rosolino, che chiede parità di trattamento con altri settori come la ristorazione.
“Tutti siamo colpiti, ma se il ristoratore conosce molti dei suoi clienti ma non tutti, nel mondo delle piscine il gestore conosce dove abitano i loro iscritti, le loro debolezze e le loro virtù – ha affermato Rosolino come riporta ANSA – Non significa che siamo meglio di altre categorie, ma la nostra sicurezza abbiamo interesse a salvaguardarla per noi e per loro. Noi formatori dello sport siamo più bravi dei genitori. I nostri ragazzi in piscina sono dritti e allineati. Siamo qui per dimostrare che lo sport può lamentarsi ma con educazione, quella che lo sport ti insegna”.
“Le società sportive sono l’architrave dello sport – ha spiegato l’esponente della Lega e presidente dell’ASI Claudio Barbaro anch’egli in piazza a sostenere la forma di protesta pacifica – In Italia la cultura sportiva è inesistente. Oggi lo sport è esasperato, lo sport deve diventare centrale, lo sport vuole rispetto”.
“Sono contento che inizino ad aderire tutti gli sport – ha spiegato il pugile Vincenzo Cantatore in piazza anche lui a sostegno delle palestre – Lo sport è salute e vita, è benessere di tutti gli italiani; oltre ad essere un’economia fondamentale è un forte strumento contro la depressione. Lo stato si metta una mano sulla coscienza”.
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