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Federico Morlacchi verso le Paralimpiadi di Tokyo, “Siamo la nazione più completa”

Sarà la mia terza Paralimpiade e avrò l’onore di portare la bandiera, dovrò essere un buon atleta ma anche una buona persona

Federico Morlacchi rappresenta l’inizio di una nuova era nel nuoto paralimpico italiano e fin da quando ha mosso le prime bracciate in nazionale, da quei lontani Europei in Islanda nel 2009, ha dimostrato di poter essere l’atleta capace di dare l’avvio a un intero movimento.

Sono trascorsi ben dodici anni da quei Campionati Europei e l’atleta della Polha Varese e Fiamme Azzurre, classe 1993, ha nuotato attraverso epoche, avversari e compagni di nazionale diversi.

Ha visto un intero movimento evolversi, cambiare, migliorare e crescere al punto da portare la nazionale italiana a vincere Mondiali ed Europei.

Ma la cosa che colpisce di più è che nonostante siano trascorsi tanti anni, lui è ancora lì a idre la sua, pronto a mettere la mano davanti a tutti e inseguire traguardi prestigiosi, anche in quella che sarà la sua terza Paralimpiade.

Il nuoto sta diventando dei millennials. Ormai si vedono atleti classe 2005 che vanno forte e mi ricordano me stesso dodici anni fa. Peccato che io abbia già 28 anni”

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Sei però ancora sulla cresta dell’onda!

Proprio recentemente mi hanno detto ‘La prima cerimonia di apertura non l’hai fatta, la seconda l’hai fatta da atleta, la terza la farai da porta bandiera e la quarta la farai dal divano’. A parte gli scherzi, sono ancora qui e non andrò a Tokyo per fare presenza”

Medagliato alle Paralimpiadi di Londra 2012 (tre bronzi) e a quelle di Rio 2016 (un oro e tre argenti), a Tokyo potrebbe scrivere una pagina di storia del nuoto Azzurro paralimpico.

Dopo quello che abbiamo passato con la pandemia, era importante riprendere l’abitudine a fare gare. Manca ancora più di un mese alle Paralimpiadi e il lavoro che stiamo facendo insieme al mio allenatore è quello giusto e saremo pronti al momento opportuno”

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Una Paralimpiade che sarà sicuramente diversa per Morlacchi dalle altre due vissute a Londra e Rio.

Non so nemmeno se si possa chiamare Paralimpiade, perché questo evento dovrebbe rappresentare una festa e l’unione, mentre invece Tokyo sarà più come un ritrovo. Mancherà infatti la bellezza di avere oltre 80mila persone allo stadio per la Cerimonia di Apertura, mancherà il tifo dagli spalti durante le gare, ma the show must go on”

A proposito di Cerimonia di Apertura, stavolta sarai tu il porta bandiera insieme a Bebe Vio. Come senti questo impegno?

Mi è stato concesso questo onore e grandissima responsabilità che non è semplicemente portare una bandiera, ma rappresentare un’intera delegazione. Io a Bebe dovremo essere bravi non solo a essere buoni atleti ma anche buone persone e leader”

Come vedi l’Italia a queste Paralimpiadi di Nuoto?

Secondo me siamo una delle nazionali più complete. L’Australia ad esempio è forte soltanto sulle classi più alte, mentre noi siamo competitivi in tutte le classi e il fatto di poter schierare tutte le staffette possibili è significativo di una squadra forte in lungo e in largo e sintomo di un intero movimento in salute”

C’è entusiasmo all’interno della squadra anche per questi motivi?

Assolutamente si, c’è entusiasmo a mille. Siamo tutti giovani, siamo un gruppo affiatato e in alcuni tratti scanzonato. Un bel mix che ci permette di alleggerire le tensioni nei momenti più difficili e gestire al meglio gli eventi”

Video intervista

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine