Intervista a Rico Rolli – Seconda parte
Riprendiamo l’intervista di Rico Rolli che avevamo iniziato la settimana scorsa…vi ricordo che trovate la prima parte in categoria Nuoto Master – Rubriche – Interviste, oppure…cliccando qui!
Che vita svolge per allenarsi duramente Rico Rolli? Combaci lavoro, famiglia e sport! I tuoi cari ti seguono e ti appoggiano in tutto ciò che fai sempre?
Per raggiungere alti livelli, anche nel mondo Master, ci vogliono sacrifici e costanza, oltre che doti tecniche e predisposizione genetica. Chi arriva al top e dice che si allena poco, dice una bugia. Anche se parti avvantaggiato perché sei stato un grande campione del passato ma
non ti alleni duramente e non controlli la tua alimentazione, troverai nel nostro mondo qualcuno molto meno famoso che ti batterà, come è successo ai mondiali di Goeteborg al celebre Gaines, primo uomo al mondo ad infrangere nei 100 metri stile libero la barriera dei 50 secondi, che, se non sbaglio, è finito soltanto quarto. Per prepararmi ai mondiali di Goeteborg, mi sono allenato duramente e ininterrottamente, in palestra come in vasca, a partire da settembre. Ho seguito dei cicli di carico finalizzati alle gare nelle quali volevo realizzare la prestazione. Per le altre gare, invece, ho scaricato soltanto parzialmente (per alcune, proprio per niente). La mia vita è molto regolare: cerco di dormire a sufficienza, turni di lavoro premettendo, di mangiare in modo sano, abbondando sempre con frutta e verdura e, soprattutto, bevendo molta acqua lontano dai pasti. La mia fortuna è che sono praticamente astemio e non ho mai fumato. Il più grosso sacrificio è però dover rinunciare ai dolci, essendo io notoriamente molto goloso. Da ottobre 2009 ad agosto 2010 ho perso quasi 6 kg, riuscendo in parte a compensare lo svantaggio di aver dovuto abbandonare il costumone. L’abbinamento della palestra al nuoto mi ha permesso di incrementare notevolmente la velocità di base a volte a discapito della resistenza. Se ho potuto fare tutto questo, e se posso continuare a farlo tutt’ora è perché riesco, anche grazie ai miei superiori e ai miei colleghi di lavoro, ad organizzarmi i turni di servizio infrasettimanali e quelli festivi, in modo da portemi allenare e gareggiare (tutto questo, emergenze permettendo). Ma devo ringraziare principalmente mia moglie Lara che fortunatamente è anche lei nuotatrice master il che mi ha agevolato nel conciliare nuoto e famiglia. Condividiamo insieme le fatiche, le difficoltà, le gioie della vittoria ma anche le amarezze della sconfitta.
Rico tu non hai figli attualmente ma tutti ormai sanno che ne aspetti uno con Lara! Quando tra meno di 7 mesi nascerà il tuo primo figlio, pensi che potrai dedicare meno tempo al nuoto?
Quando avrò figli penso sarà naturale avere molto meno tempo e, soprattutto, meno forze da dedicare al nuoto. Forse è per questo che adesso mi sto impegnando tanto per ottenere i risultati cronometrici che desidero!
Pratichi o hai praticato altri sport sempre a livello agnostico?
Attualmente pratico soltanto il nuoto; inoltre la palestra è parte integrante della preparazione alle gare Master. Ne approfitto per ringraziare il mio preparatore atletico Nicola Curci che, fin dalla scorsa stagione, mi ha convinto ad applicare al nuoto la metodologia di preparazione degli sprinter americani di atletica. In passato, dopo la fine della carriera agonistica nel nuoto, ho praticato ininterrottamente numerosi sport a livello amatoriale quali corsa, ciclismo, pesistica. In particolare, nel 1992 mi sono avvicinato al mondo delle arti marziali, iniziando con il karate e il judo, proseguendo poi con la Kick boxing e la thai boxe ininterrottamente fino al 2005. Nella kick boxing ho sostenuto numerosi incontri di “Light Contact” (con contatto parziale) ed alcuni di “Full Contact” (a contatto pieno – con il KO).
A Viterbo ad inizio febbraio di quest’anno, avevi sfiorato il record mondiale per soli due centesimi nei 100 rana M45 con 1’04″71. Poi il record è arrivato a Ostia con una gara maiuscola. A seguito di questo grande risultato sono arrivati tanti complimenti ma anche qualche critica cattiva e qualche accusa infondata di qualche personaggio forse un po’ invidioso. Oggi hai la possibilità di rispondere pubblicamente a lui e magari a qualcun altro che non conoscendo il tuo lavoro e i tuoi sacrifici, ti accusa facilmente di cose delle quali non sei colpevole.
Come ha detto un mio caro compagno di nuotate, nonché grande e instancabile ranista, “Quando il popolino mormora vuol dire che hai fatto qualcosa di grande”. Battute a parte, questo record arriva da lontano; chi mi conosce sa quanto ho lavorato negli anni e con quale impegno. Come ho già accennato, non sono il nuotatore della domenica (con tutto il rispetto per chi nuota di domenica) comparso dal nulla. I risultati agonistici giovanili prima, e quelli nei Master poi, parlano da soli. Colui cha ha pontificato, “dall’alto dei suoi titoli”, che ad una certa età non sia possibile raggiungere questi risultati senza il doping, è stato zittito da tanti miei amici e compagni, nonché dal mio allenatore, che sanno da tempo come e quanto lavoro, ma soprattutto da tanti appassionati del mondo Master, che non conosco ma che ringrazio con tutto il cuore. A questo personaggio, che mia moglie ha ribattezzato il “Tuttologo”, e agli invidiosi che purtroppo non mancano neanche in un bell’ambiente come il nostro, vorrei dedicare i miei prossimi risultati agonistici.
Cosa hai provato in acqua ad Ostia dopo aver toccato la piastra e visto di aver fissato il nuovo record del mondo?
Un immenso piacere, non soltanto per essere riuscito a battere un record del mondo senza il costumone, ma anche perché, dopo un passaggio kamikaze (29”82 ai
Quanto tempo serve per preparare un record mondiale? sono importanti anche altri fattori per fare un record, come ad esempio la vasca, la stagione ambientale, il periodo della stagione agonistica, ed altri fattori?
Per preparare un record mondiale servono prima di tutto un’eccellente capacità tecnica e una grande condizione fisica di base, soprattutto nelle categorie dagli M40 in su. Poi serve un allenamento costante e specifico, commisurato alla tipologia dell’atleta e alla distanza di gara, nonché le capacità mentali per rimanere concentrati sull’obbiettivo finale. Il fattore cruciale, infine, è la capacità di saper richiamare, nei momenti immediatamente precedenti la gara, quelle energie e quella rabbia (quella “fame” mi verrebbe da dire) che poi faranno la differenza (nel mio caso sono stati 7 centesimi!). Un fattore non secondario per il conseguimento del record è stata anche la vasca, 10 corsie con il pontone (come a Viterbo), anche se i blocchi di partenza, purtroppo privi di pedana, erano lunghi ma non molto abrasivi. Avendo già dalla passata stagione perfezionato la track-start con lo sbilanciamento in avanti, non ho potuto, a differenza di Viterbo dove c’era la pedana, sfruttare appieno la potenza delle gambe, soprattutto di quella posteriore. Comunque, la vasca del Nantes Ostiensis, con la sua larghezza ed il pontone, ha creato sicuramente meno onde di superficie e turbolenza, così come la sua profondità costante ha reso omogeneo il galleggiamento durante tutta la gara. Altro vantaggio per ottenere un record è, secondo me, la copertura della vasca, che permette di gareggiare in condizioni di assenza di vento, di pioggia e con luce regolare. Un ulteriore vantaggio è stato quello di nuotare con un’acqua calda (al di sopra della media di molte piscine del circuito Master), il che permette alla muscolatura di non raffreddarsi, cosa che, soprattutto nella velocità, può creare molti problemi per la prestazione. In ultimo, il periodo dell’anno nel quale è caduto il meeting di Ostia (all’incirca a metà stagione), mi ha permesso di accumulare alcuni cicli di preparazione specifica, soprattutto in palestra. Ho imparato a mie spese nella passata stagione, che l’intenso lavoro in palestra dà i suoi frutti migliori, anche in atleti già molto muscolati, soltanto dopo diversi cicli di lavoro.
Quante ore al giorno ti alleni?
L’anno scorso, in preparazione per i mondiali di Goeteborg, ho sempre cercato di allenarmi tutti i giorni, con due allenamenti settimanali in palestra e quattro in vasca. Quest’anno, durante i cicli di carico, mi alleno due volte in palestra e tre in vasca. In palestra passo quasi due ore a seduta, curando molto il lavoro per gli addominali e i lombari, ma anche lo stretching tra le varie serie di pesi. In vasca gli allenamenti durano circa un’ora e mezza, un’ora e tre quarti. Prediligo la qualità piuttosto che la quantità, perché alla mia età mi consente un miglior recupero muscolare post allenamento. Nei periodi finalizzati alle gare dei 50 nei tre stili a me congeniali, uso molto l’elastico in acqua perché mi permette di sfruttare al meglio la potenza acquisita in palestra e mi costringe a velocizzare la nuotata.
Segui una dieta particolare? Stai attento in particolare ad evitare determinati cibi o bevande? Sgarri qualche volta?
Seguo un regime alimentare, durante la settimana, che non prevede alcool né cibi fritti, ma neanche alimenti “spazzatura” o molto grassi. Mangio tanta frutta e verdura che suddivido durante tutta la giornata e faccio piccoli pasti frequenti e bilanciati. Suddividendo la quota giornaliera di proteine e di carboidrati in molti pasti, si fornisce all’organismo un apporto costante dei nutrienti, evitando carenze (che costringono l’organismo a bruciare il muscolo) o eccessi (che determinano l’accumulo di grasso sottocutaneo). Frutta e verdura in quantità sono poi fondamentali, non solo per l’apporto di vitamine e di sali minerali, ma soprattutto per la gran quantità di antiossidanti che forniscono, in grado di contrastare i danni dell’invecchiamento e del duro allenamento. Altra cosa importante è bere tanta acqua durante la giornata, cosa spesso sottovalutata da molti atleti. Durante il fine settimana mi concedo uno o due sgarri, soprattutto a base di dolci, dei quali sono molto goloso.
Prima di una gara importante come ti senti? Riesci a dormire? Cosa pensi? Come ti prepari psicologicamente?
Le sensazioni prima di una gara importante sono sempre strane, soprattutto nei giorni precedenti, nei quali ti chiedi se hai fatto tutto quello che avresti dovuto. A volte la tensione dei giorni precedenti la gara mi ha fatto fare delle prestazioni ben al di sotto di quello che valevo al momento. La tensione e lo stress pre-gara, se non riesci a controllarli e a sfruttarli positivamente, ti fa consumare molte energie psico-fisiche che pregiudicano la prestazione. In passato mi è capitato di non riuscire a dormire prima di una gara, adesso riesco a vivere l’attesa in modo molto più rilassato, e questo sicuramente ha giovato alle mie prestazioni.
Nell’attesa della chiamata della tua batteria, come vivi quei minuti?
In quei momenti subisco una trasformazione, soprattutto nelle gare veramente importanti. Visualizzo la gara dal primo all’ultimo metro, in modo da imprimere nella mente tutti i particolari, specialmente partenza, virate, ritmo e assetto di nuotata, questi ultimi due aspetti molto importanti soprattutto nella rana. Posso anche scherzare con i miei avversari ma la concentrazione e la determinazione restano al massimo.
Hai riti scaramantici o abitudini scaramantiche pre-gara?
Ne ho alcuni, come penso la maggior parte degli agonisti Master e non. Per esempio, ho alcune cuffie alle quali sono affezionato e che metto a seconda della distanza o del tipo di stile. Nelle ultime gare al meeting di Gualdo Tadino, ho usato un cuffia nuova per i 100 stile libero e i 100 farfalla e, avendo ottenuto buone prestazioni, penso che la inserirò tra le cuffie ufficiali. Mia moglie, come altro esempio, sventola prima di una mia gara importante un simpatico ranocchio di peluche, che mi ha portato fortuna durante i due record mondiali e ai campionati di Goeteborg. Ho anche altri riti scaramantici ma non li dirò qui per non avvantaggiare i miei avversari.
Fine seconda parte…ci vediamo tutti qui martedì 31 maggio per leggere la terza ed ultima parte dell’intervista al Campione Rico Rolli!!!
Paco Clienti