Gli stili del nuoto sono quattro, anzi cinque e ognuno ha il suo profilo.
Ogni sport che si rispetti ha le sue categorie ben definite nelle quali, chi si avvicina a quella disciplina, deve prima conoscere, poi prenderci confidenza ed infine amare, sposandone la causa vita natural durante.
Ci sono calciatori che nascono portieri e non mollano i guantoni fino a che le dita dentro non siano state consumate dai rigori parati, i calci d’angolo deviati e le punizioni a filo d’aria bloccate.
Nel nuoto sai che prima o poi trovi lo stile che ti sembra cucito addosso, che sceglierai sempre quando vorrai solo defaticare o riposarti, nel quale ti riconoscerai ogni volta che vedrai un “campione” esaltarlo in qualche competizione internazionale. Pur frequentando il meraviglioso mondo dell’acqua da pochissimo tempo, ho sviluppato, con capacità di osservazione puramente femminile, un certo intuito, tanto da riconoscere ed associare da lontano un atleta allo stile praticato.
Tralasciando gli aspetti puramente tecnici, che per ovvie ragioni sono al di fuori della mia portata, vi offro la panoramica dei quatto stili (ops, cinque!) fotografati da chi, un po’ in panchina ed un po’ in campo per ragioni di turn over, guarda lo spettacolo più bello del mondo da un punto di osservazione privilegiato.
Delfino – Farfalla, per onore alla terminologia esatta
Definire un delfinista semplicemente “con le spalle larghe” appare riduttivo, non fosse altro che tale larghezza si avvicina più ad un quattro ante Ikea con due libretti di istruzioni che ti portano via mezzo week end per montarlo. È sicuramente lo stile più spettacolare, oltre che il più faticoso da eseguire, ragion per cui, ogni volta che si trovano amanti di questa specialità in corsia, conviene fermarsi un attimino al muretto per non essere travolti dalle bracciate con mani che arrivano da un separatore di corsia all’altro. Sono la mia tortura, lo dico senza filtri. Ho perso più unghie in scontri con delfinisti che durante le lezioni di fit boxe!
Dorso
Tempo fa, nell’augurare buon compleanno ad una dorsista, ho usato queste parole “I dorsisti sono nuotatori speciali, come i sognatori hanno sempre gli occhi rivolti al cielo.”
Nella mia esperienza il dorso è lo stile delle prime lezioni di nuoto, quando, ancora con l’aiuto di galleggianti, tentavo di planare con la schiena sull’acqua. È stato l’approccio che ha definitivamente messo all’angolo la mia fobia dell’acqua. Col naso al in su, senza dovermi preoccupare troppo, presi familiarità con il soffitto della piscina, riuscendo a contare tutte le mattonelle comprese tra la partenza e le ultime bandierine. Ogni vota che entro in una nuova piscina, vuoi per le gare, vuoi per puro diletto, istintivamente guardo il soffitto immedesimandomi in chi quel soffitto lo identificherà con la “linea blu”, provando una certa empatia per chi riesce con abilità che per me hanno del misterioso, a sapere quando girarsi per iniziare la virata. Ammetto di provare una certa invidia per l’intuito proprio dei dorsisti, atteso che, persa in pensieri che poco hanno a che fare con il nuoto, ho finito la vasca battendo la testa contro il muro. Lì ho deciso che forse era meglio concentrarmi su stili che prevedano di vedere direttamente con gli occhi la fine della vasca.
Rana
Vi ricordate la storia di Grisù, il drago che voleva diventare pompiere esclamando queste parole ad ogni puntata del cartone animato? Beh, io diventerò una ranista!
L’accostamento al simpatico draghetto non è casuale. La mia “rana”, e ne sono perfettamente consapevole, è quanto di più lontano possa immaginarsi dalla corretta esecuzione. Però so di saperla interpretare e questo conta, almeno per me. Esteticamente le rane hanno le spalle più sottili rispetto agli altri stili, gambe affusolate ma forti, leggerezza e tecnicismo oltre l’immaginario e si sposano perfettamente nello stile che per me rimane il più sensuale, ma complicato, faticoso e che non lascia spazio a distrazione alcuna.
Stile libero
Per alcuni è il punto di partenza, per altri il punto di arrivo, per me è un punto interrogativo. Ore ed ore di lezioni di nuoto, corsia divisa con i bambini di sette anni che riuscivano a fare meno bracciate di me per coprire una vasca di 25 metri e ridacchiavano con i loro bei denti da latte in mostra. Video tutorial Speedo consumati per capire la coordinazione braccia/gambe e dare senso a sostantivi quali “rollio” e “gomito alto”. La prima volta che mi è stato urlato contro “Alza quel gomito” mi sono fermata e con voce altrettanto convinta ho esclamato “Sono astemia! Io il gomito non lo alzo manco se mi paghi!”
È l’unico stile che prevede lunghe distanze e questa particolarità mi affascina troppo. Arrivare a percorrere per 40 volte la corsia rimane per me uno dei misteri della scienza umana, soprattutto perché ad un certo punto inizio a contare nel verso sbagliato, canticchiare, pensare alla lista della spesa e infine imprecare in aramaico antico.
Misti
Non conoscevo l’esistenza di questo quinto stile, lo confesso e vi lascio immaginare cosa ha provocato nella testa di chi già si sente confusa per l’approccio “impetuoso” al nuoto, la visualizzazione di quattro vasche da fare nei quattro stili. Io che di “misto” conoscevo solo il fritto, ho impiegato un bel pó di tempo solo a memorizzare la sequenza. Partivo a stile, tornavo a dorso, ripartivo a dorso, mezza vasca a delfino, un quarto a rana e un quarto stile. Misti si, ma a modo mio! È come dire “Toh, so fare tutto”, un pacchetto all inclusive, bevande incluse (al cloro ovviamente), nei secondi che seguono la virata (una a caso), il mio unico pensiero è “Ed ora? Che devo fare? Dorso? Rana? Cosa ho fatto finora?!”
I mististi che ora se la staranno ridendo, sappiano che prima o poi mi troveranno in batteria, perché se proprio devo sfidare me stessa, lo farò in campo nemico.
Se dopo questo vi state chiedendo io a quale stile appartenga, vi comunico che sto formalizzando una richiesta alla FINA per ufficializzare lo stile “papera”, con tanto di biomeccanica dello stile, bracciata e gambata perfetta e distanze da coprire nelle competizioni. Un giorno potrete essere fieri di dire “Io nuoto alla Cisale!”
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