La solitudine del mister master.

Come vive il movimento nuoto master chi sta sul piano vasca.

Ci è arrivata una lettera di un allenatore che preferisce restare anonimo per ovvie ragioni e che ci terrebbe a condividere con tutti i nostri lettori ciò che prova ricoprendo il difficile ruolo di allenatore di una squadra master. Gli lasciamo dunque campo libero, nella nostra Rubrica “La Posta dei Master”:

Volevo fare delle riflessioni sul nuoto master ed inevitabilmente non potevo che partire dalla situazione mia. Io, allenatore di una squadra master, mi sono chiesto cosa non andasse, mi sono chiesto cosa potessi fare per fare meglio. Essere tollerante, essere rigido, pretendere poco o molto, lasciarvi fare o imporvi il mio modo; ma il mio è un ruolo strano, non sono l’allenatore che cresce i vostri figli e per questo merita il vostro rispetto e la vostra attenzione, ma non sono neppure  l’istruttore di tutti i giorni con il quale non condividi nessun obbiettivo ed è poco più che uno sconosciuto. Non posso pretendere da voi, rigidamente, dei comportamenti ma devo farvi capire cosa vorrei e perché, ma spesso non basta perché presumete di sapere cosa è meglio per voi viaggiando ora sui binari collettivi di una squadra, ora su binari individuali dell’atleta a seconda della vostra convenienza; ma il nuoto (master e non) è uno sport individuale che funziona meglio se lo fate in squadra. Non potete scegliere di esserci a seconda della vostra convenienza.

Dovete fidarvi  e lasciarvi guidare. Anche perché io sono quello a cui racconti i tuoi sogni acquatici del giorno, quello a cui nel momento in cui l’ormone della sfida spinge, ti rivolgi, perché non può essere che non riesci a fare meno di 30″ sui 50 stile. Quello al quale cerchi conferma del tempo dopo la gara, quello dal quale ti nascondi quando sai di aver reso meno di quello che vali, ma anche il primo colpevole delle tue cattive prestazioni e l’ultimo a raccoglierne i meriti quando invece migliori; ma anche quello del quale parli male quando ti senti trascurato. A volte infatti mi vedi distratto o stanco e voi che siete in acqua tirate presto le somme, che non ho voglia di lavorare, che mi sono scocciato, che ho perso la motivazione; ma vi siete mai chiesti perché? Perché è frustrante essere quello che deve sempre alimentare il vostro fuoco o nella migliore delle ipotesi assecondare i vostri umori dettati dal vivere quotidiano; mi si potrebbe dire che in fondo è il mio lavoro. Certo, il viaggio a Londra, la casa e l’auto nuova l’ho pagata seguendo i master, vero? Se le società di nuoto investono poco nell’agonistica, vi lascio immaginare quanto investono nei master. In più, se ho lavorato bene e sono diventato il vostro punto di riferimento, sono anche l’anello di congiunzione tra voi e il coordinatore e direttore  della vasca, quindi sono quello che si piglia i rimproveri da voi quando l’ambiente è freddo e dalla direzione se cercate di intrufolarvi tra i tornelli quando il turno non è il vostro.

Ti alleno, ti spiego i tuffi e le virate mille volte, quelle che ti propongo normalmente durante gli allenamenti e quelle che ti vengono in mente prima delle gare perché vuoi combattere le ansie; ti faccio provare e riprovare la tua gara, ascolto i tuoi sfoghi e vivo da lontano i tuoi momenti di gloria, godendone solo in minima parte perché i successi sono i tuoi che coniughi la vita familiare, professionale e natatoria; opinione generale, è che io come figura sia poco più che un corollario.

Ho creduto in te quando ti ho chiesto di tesserarti per fare le gare master mentre tu eri spaventato e allo stesso tempo avevi gli occhi a cuoricino per me, ma hai presto esaurito l’entusiasmo iniziale e ho dovuto imbeccarti, sfidarti, sconfiggerti e spingerti di nuovo e di nuovo per farti rimanere in squadra, perché io in te, nonostante tutto, non ho smesso di crederci e voglio continuare a vederti gareggiare.

Le gare e la scadenza delle iscrizioni stanno arrivando e io ti devo braccare, ricordare e punzecchiare quasi come se mi stessi facendo un piacere, ad esserci quel giorno, invece di pensare che le gare sono il coronamento dei tuoi, dei nostri, sforzi…

Lo so, tu che leggi stai pensando di non essere cosi, eppure io seguo i master da abbastanza tempo da averne viste molte, forse troppe. Chi cambia squadra ogni anno e ogni anno trova la squadra migliore di sempre, lamentandosi che nella squadra precedente l’allenatore non era capace; chi al primo problema con l’allenatore corre dal direttore e coordinatore per far valere le sue ragioni; chi rimane dove è ma non fa altro che fare il muso ad ogni decisione dell’allenatore creando solo malumore, quando sarebbe molto più semplice parlarne in privato per avere spiegazioni; chi rimbrotta che doveva esserci lui nella staffetta e che l’allenatore non capisce nulla. Tu che leggi, magari adesso sorridi, perché queste cose, anche se non direttamente, le hai vissute anche tu a causa di un compagno di squadra galeotto o di un allenatore troppo severo.

Non ho premi di produzione per obbiettivi centrati o scatti di anzianità. Al massimo riceviamo una pacca sulla spalla dal nostro direttore se vinciamo i regionali o i nazionali. Il compenso per me è il vostro impegno, la vostra soddisfazione e il vostro rispetto ed è quando vengono a mancare queste cose che più resto ferito. Non fraintendetemi, lo so non ve ne rendete conto, ma non per questo fa meno male.

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La domenica delle manifestazioni voi vi fate le gare del pomeriggio per svegliarvi con comodo, io sono quello che dà i passaggi al tuo compagno di squadra per fargli fare il riscaldamento alle 7.00 del mattino.

Ti vedo, caro lettore e nuotatore master, in qualche parola ti sei trovato e magari stai anche pensando di come in ogni squadra si ripetono le stesse dinamiche con gli stessi tipi irripetibili di nuotatore.
Da stasera allora, se un po’ ti sei riconosciuto, quando andrai in piscina
 impegnati e ascoltami e sopratutto fidati di me; perché io vedo un po’ più lontano di te, sopratutto vi vedo nell’insieme. Nell’insieme, perche alleno degli aspiranti atleti che fanno parte di  una squadra.

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine