Dopo aver battuto il cancro, conquista la qualificazione alle Olimpiadi, Inge Dekker racconta la sua meravigliosa storia!

La velocista olandese operata lo scorso marzo, è rientrata in gara al Settecolli e adesso può puntare a Rio.

Di medaglie in campo internazionale ne vanta tantissime: ben 30 d’oro, 14 d’argento e 11 di bronzo tra Olimpiadi, Mondiali ed Europei disputati dal 2004 a oggi e per la nazionale olandese è stata per otto anni una degli assi della 4×100 stile libero, che ha vinto una medaglia di bronzo ai Giochi di Atene 2004, una d’oro a Pechino 2008 e una d’argento a Londra 2012.
Ma oltre alle numerose vittorie conquistate in vasca, Inge Dekker ne ha raccolta una importantissima anche fuori dal nuoto, abbattendo il cancro che l’aveva colpita all’inizio di quest’anno, costringendola allo stop forzato per diversi mesi.

Le condizioni fisiche non buone che la affliggevano da tempo e poi la notizia sconvolgente, un’operazione d’urgenza fatta lo scorso marzo e gli ansiosi test fatti successivamente per accertare lo stato di salute della 30enne originaria di Assen, una piccola municipalità da poco più di 16mila abitanti. Tutto è successo velocemente, ma fortunatamente alla fine c’è stato il lieto fine, perché ad uscirne vincitrice è stata proprio la Dekker che vinto il cancro, non ha voluto rinunciare a rincorrere la qualificazione alle Olimpiadi di Rio! Il 53° Trofeo Sette Colli disputato a Roma lo scorso fine settimana è stata la sua prima competizione dopo la malattia e l’operazione ed è stato per lei come rinascere.

Come ti senti ad essere una delle velociste più forti e vincenti che l’Olanda abbia mai avuto?
inge-dekker-swim4life-magazine-IMG_1232«Noi Olandesi ci alleniamo in modo molto duro per rimanere ad alti livelli, ma proprio per questo amo il mio Paese, perché abbiamo molte velociste donne ed è una cosa molto buona averne così tante perché c’è sempre possibilità di scelta. A volte qualcuna va più veloce, altre volte più lenta e questo ci permettere di poter sempre scegliere il meglio. Per noi è normale avere molte presenze nelle gare e ci alleniamo duramente proprio per questo. Credo sia una caratteristica di tutte le nazionali di elite avere allenamenti molto duri e molte presenze nelle competizioni per rimanere ai livelli più alti. Questa è la mia vita ed è quello che ho fatto ogni giorno negli ultimi 15 anni.»

Sembra quindi che tu non conosca il termine vacanza. Ma ci vai qualche volta vacanza?
«Dopo le Olimpiadi mi sentirò in vacanza e soltanto dopo Rio me ne prenderò sicuramente una. Anzi, ho già prenotato una piccola vacanza in Francia, anche se solo di una settimana. In realtà anche se sembra poco, c’è da dire che il mio fidanzato mi accompagnerà a Rio, quindi quelle due settimane saranno le sue ferie. Per questo abbiamo deciso di andare anche in Francia a dicembre, per fare una nostra romantica vacanza.»

La staffetta 4×100 stile libero femminile dell’Olanda della quale fai parte è arrivata sempre al podio tra Olimpiadi, Mondiali ed Europei dal 2004 al 2014. Come avete raggiunto questo risultato?
4x100-free-holland«Come dicevo prima, abbiamo molte competizioni durante l’anno, specialmente in estate ed è proprio per questo che poi in occasione degli appuntamenti clou ritrovi i riscontri dei tempi nuotato in inverno. A volte vinci e va tutto bene, ma anche quando non riesci a vincere, devi provare a trarre insegnamento dalla sconfitta, anzi, è proprio quella che ti insegna di più ed è la cosa che mi piace di più dello sport, che ti aiuta a migliorare ogni volta. È un piccolo gioco, perché sai che una volta può andarti bene, l’altra meglio e ci saranno volte in cui invece, andrà male e lì dovrai cercare i progressi per migliorare.»

La tua prima medaglia individuale in vasca lunga è stata quella d’argento nei 50 farfalla agli Europei Giovanili di malta 2001, ma quale delle tante medaglie vinte è stata più emozionante?
«Se dovessi andare indietro nei ricordi, beh, ci sono così tanti ricordi nella mia mente, gare andate bene, altre andate male, ma ricordo tutto con piacere. Amo particolarmente venire a nuotare qui a Roma per esempio, in questa piscina (Stadio del Nuoto del Foro Italico nd.r.). Davvero amo molto questa piscina. Se dovessi indicarti un ricordo speciale, allora ti direi la prima volta che ho vinto il titolo mondiale, quello fu davvero un momento molto molto bello. E poi quando nel 2001 ho vinto la mia prima medaglia da “Senior”. Ero appena sedicenne e quel momento fu davvero emozionante. Per le altre medaglie non saprei da dove cominciare, sono tutti bei ricordi, ma quello del 2001 è più speciale.»

In quella che è una delle stagioni più importanti della tua carriera, hai subito un’esperienza molto forte a causa della malattia che ti ha colpito alcuni mesi fa. In che modo hai reagito quando ti è stato diagnosticato il cancro e come hai reagito successivamente?
inge-dekker-swim4life-magazineIMG_1228«È stato un momento davvero molto difficile. Ti stai allenando per i Giochi Olimpici, ti senti stanca e poi arriva la peggiore notizia che un essere umano possa avere: “Tu hai il cancro”. È qualcosa che nella tua mente non riesci a sentire. Ti senti felice, stai bene e poi devi pensare subito: “Bene, ho un cancro. Ora dovrei combatterlo? Dovrei fare delle cure? Potrò avere ancora bambini?” Ti senti che devi combattere per molte cose ed è in quel momento che ti senti davvero fortunata, perché lo hai scoperto in uno stadio che puoi combatterlo, che puoi operarlo. E così è stato. Io sono stata davvero molto fortunata perché non c’è stato bisogno di affrontare chemioterapie. Per questo alla fine posso dire che è stata dura, ma che sono stata davvero molto, molto fortunata. Ora sento di aver capito le cose importanti della vita, quelle che davvero ti fanno sentire felice. Il nuoto è ancora una parte molto importante della mia vita, ma poi capisci che ci sono cose che sono ancora più importanti. A volte, nuotando, ti dimentichi quale sia la parte importante della tua vita. Io credo di avere imparato tanto da questa brutta esperienza.»

Dove hai trovato la forza per superare tutto questo?
«Quando hai una brutta notizia puoi fare due cose: piangere tutto il giorno e disperarti per quello che ti è successo, oppure pensare che devi continuare a vivere, che non puoi lasciare questo mondo. Io non volevo essere triste, perché ho ancora una vita bella e dopo l’operazione speravo di riprendere ad avere e fare le cose che amo. Ecco, credo che la cosa più importante è che ogni giorno ha il suo valore.»

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Adesso che hai superato quello che possiamo chiamare un incubo, come ti senti?
inge-dekker-swim4life-magazine-IMG_0370«Ora sono davvero felice, il Settecolli è stata la mia prima gara dopo l’operazione e ciò davvero mi rende felice, aver nuotato a Roma è stato davvero importante per me. Adesso voglio competere a Rio per la mia quarta olimpiade, voglio solo questo.»

Dopo lo stop forzato per la malattia e la mancata partecipazione ai Trials olandesi ed ai Campionati Europei di Londra, il tuo obiettivo era di conquistare la qualificazione alle Olimpiadi di Rio. Psicologicamente in che modo hai affrontato la preparazione per raggiungere questo obiettivo?
«La preparazione è sempre la stessa, allenamento e competizioni. L’importante è amare quello che fai tutti i giorni ed io amo nuotare, voglio solo nuotare.»

Dopo la dura lotta vinta contro il cancro, sei riuscita a nuotare il tempo limite olandese per i 100 farfalla. Come ti senti ad aver realizzato questo risultaro?
«Sono molto felice, ma adesso non voglio accontentarmi perché vorrei nuotare il tempo limite anche per guadagnarmi un posto nella 4×100 stile! A Rio ci dovevo andare per forza, era destino anche perché il mio fidanzato aveva già comprato i biglietti del volo! Anzi, non solo lui, verranno anche i miei ed i suoi genitori, quindi si va a Rio, tutti insieme e già questa è una vittoria!»

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Giusy Cisale