Master, quello che gli atleti vogliono da un allenatore

Una linea guida base sulla quale lavorare, ma la chiave è quella di conoscere veramente bene il gruppo che si allena per potergli dare ciò che più desidera ricevere

Allenare un Master non è un compito facile per un allenatore, perché prima di preparare l’atleta alla ricerca della sua migliore prestazione possibile, è indispensabile comprenderne le esigenze sulla quantità di tempo che può effettivamente dedicare agli allenamenti da far quadrare nella quotidianità familiare e lavorativa, gli obiettivi realistici che insegue, le tempistiche di apprendimento e oltre tutto questo, è importante comprendere anche il carattere di ogni atleta e le sue fragilità psicologiche, studiando modi e maniera per gestire ognuno di loro.

Meglio si conosce l’atleta sotto tutti questi aspetti e più efficacemente è possibile lavorare dal bordo vasca ottenendo i migliori risultati possibili, ma come detto da subito, non è per niente un lavoro facile. Cosa vogliono i Master? Cosa preferiscono negli allenamenti? Conoscere la risposta a queste domande corrisponderebbe ad avere la chiave del vaso di Pandora!
Ma proviamo ugualmente a fare delle considerazioni sulla base dell’esperienza italiana ed europea relativa agli atleti intervistati e conosciuti in diversi anni di osservazione del movimento Master.
Partiamo dal considerare che una persona decide di far parte di una squadra Master perché ha degli obiettivi: mantenersi in forma divertendosi, competere non necessariamente ad altissimi livelli, dimostrare a qualcuno che può raggiungere determinati risultati, dalla conquista di una medaglia importante al semplice riuscire a tuffarsi dal blocco di partenza in maniera decente.

In linea generale però, ad un Master piace:

  • l’allenamento tosto, nonostante le lamentele che affiorano dall’acqua quando l’allenatore propone una sessione di B2 intensa o una di C1 massacrante. Anche se si sentono spesso lamentele e opposizioni, la verità è che i nuotatori amano le sfide e riflettete, più è difficile e impegnativo l’allenamento, più questi escono dalla vasca a fine allenamento con il sorriso e soddisfatti di essere riusciti a sostenerlo;
  • la chiarezza nello spiegare la finalità degli allenamenti proposti di volta in volta, soprattutto per evitare dissensi o dissapori quando si propone un allenamento corto ma intenso e questo perché i Master osservano spesso la quantità di metri nuotati collegando il fattore qualità esclusivamente alla quantità, rapporto che non sempre è veritiero. Conoscere gli scopi dell’allenamento è un fattore positivo per incentivare un Master ad allenarsi a breve e lungo termine
  • i recuperi adeguati, fondamentali per raggiungere il risultato finale di una sessione di allenamento, quindi nessuna distrazione è concessa a bordo vasca, cronometro alla mano e attenzione
  • le spiegazioni sintetiche, perché è sempre meglio non impelagarsi in esposizioni tematiche dell’allenamento che vengono perse dopo due minuti di discorso nella distrazione comune del gruppo. Meglio essere sintetici e andare al nocciolo della questione, con decisione e sicurezza, senza impiegare troppo tempo nelle spiegazioni
  • l’attenzione, perché chi più e chi meno, tutti gli atleti Master desiderano essere seguiti con attenzione aspettandosi che l’allenatore ricordi tutti i risultati delle precedenti gare, le capacità su come si è in grado di sostenere un allenamento, che sappia gratificare l’atleta dopo un miglioramento e che abbia la prontezza di intervenire, anche durante le sessioni di allenamento, per suggerire migliorie tecniche
  • l’entusiasmo, che come in qualsiasi cosa della vita, aiuta a fare il meglio possibile. Dirigere un allenamento senza un sorriso o una battuta e soprattutto senza proporre mai un post allenamento per divertirsi anche fuori dalla vasca, non aiuterà di certo a farsi apprezzare dalla squadra
  • la presenza reale alle competizioni, perché più o meno tutti i Master si aspettano che il proprio allenatore sia pronto a prendere passaggi parziali di gara e che sappia comunicare a fine competizione dove si è sbagliato e su cosa bisogna lavorare negli allenamenti futuri per migliorare. Un allenatore presente alle gare ma assente sotto questo aspetto, non avrà certamente la miglior stima dai propri atleti
  • la competenza, che non guasta mai, nemmeno in ambito Master
  • la creatività, perché fare sempre gli stessi allenamenti diventa logorante per un Master che sente il bisogno di variare e trovare ogni tanto delle novità

Allo stesso modo, ci sono delle cose che ad un Master non piacciono:

  • allenamenti troppo lunghi e difficili, che comprendono troppe variazioni da ricordare su respirazione, accelerazioni, diversità di metri da nuotare e alternarne ad altri nella sessione successiva e una lavagna alle spalle non aiuterà di certo se si parla di un gruppo di persone di età non più giovanissima. La semplicità paga sempre
  • avere spazio ridotto in piscina, un problema non facile da risolvere perché dipende più che altro dalle Società e non dall’allenatore, ma lo spazio in acqua rappresenta un valore importante nella valutazione che un Master fa di un gruppo in cui deve decidere di frequentare o meno
  • gli esercizi di tecnica incomprensibili, perché se è vero che un esercizio di tecnica aiuta tantissimo a migliorare, è anche vero che se fatto male è completamente inutile, quindi anche qui vale la regola della semplicità che paga meglio della troppa professionalità che spinge l’allenatore ad allenare come se davanti avesse atleti agonisti e non Master, per cui mettete da parte le sessioni americane o australiane perché quelle sono studiate per atleti evoluti
  • pretendere determinati risultati, perché è bene motivare gli atleti e far si che rispettino le regole, ma non è bene stressarli pretendendo a tutti i costi un determinato crono o piazzamento. Questo tipo di atteggiamento non fa bene a un Master
  • mostrare preferenze per determinati atleti, una scelta che sicuramente non porterà buoni profitti, perché un Master non vuole sentirsi mai meno importante di un compagno di allenamenti, anche se non va forte come lui
  • sprecare tempo durante gli allenamenti, perché anche se ci si lamenta delle sessioni più dure, non si ama stare in ammollo in acqua mentre l’allenatore chiacchiera con qualcuno o guarda spesso lo smartphone

Questi erano solo alcuni suggerimenti basati sull’esperienza generale del movimento, ma volete trovare delle linee guida sicure da seguire con i vostri atleti Master? Allora dovete fare delle periodiche verifiche di qualità del vostro lavoro! Avere un dialogo aperto con tutta la squadra e con ogni singolo atleta vi aiuterà a capire sempre meglio come gestire il gruppo e cosa offrire loro affinchè vi considerino il loro eroe!

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine