Esiste davvero il modo giusto per vivere il settore Master o esistono soltanto barriere mentali?
C’è chi del movimento master ne ha fatto un mantra e una missione di vita e chi invece ne ha fatto un pretesto per sedersi a tavola e mangiare in allegria insieme ai compagni di squadra dopo una qualsiasi manifestazione o un qualsiasi allenamento, per festeggiare una piccola vittoria personale o per consolarsi da un’amara delusione. La linea che divide le due categorie è davvero impercettibile e risulta proprio facile perdersi tra un allenamento e l’altro vacillando tra filoni di pensiero differenti.
Ma un modo oggettivo per affrontare codesto “spirito master” esiste realmente? Probabilmente dipende sempre da che prospettiva si guarda.
Partendo dal concetto maggioritario del nuoto come “safe place”, possiamo approfondire il discorso osservando da vicino i due prototipi che possiamo chiamare “Master Pro” e “Master Fun” individuando così le due tipologie di sostenitori delle due fazioni completamente discordanti tra loro.
Il Master Pro è colui che alla gloria nei secoli e nei secoli non ci vuol rinunciare. In genere sono degli ex-agonisti, che avendo fatto del cloro la loro emoglobina non riescono a vivere senza. Come biasimarli. Sono gli stessi per i quali la preparazione fisica e psicologica è alla base del Circuito Supermaster. La camera di chiamata non li vedrà mai se non si è fatto un buono scarico. Lo spirito agonistico non è facile da lasciarsi alle spalle. Sono gli stessi che la start-list se la studiano bene, un po’ come la tesina dell’esame di stato, e che i punti delle prestazioni li calcolano con foglio e penna per cercare di puntare al massimo ed essere ricordati come quelli della “best performance” almeno per la giornata. Ai bocchi di partenza non ci sono favoritismi: la competitività è il motore che spinge l’atleta Master Pro a toccare per primo la piastra. Un po’ come quando in metro si aprono le porte e ci si accinge nella ricerca di un posto a sedere, prima che spunti qualcuno dal nulla e lo soffi via. Grinta e tenacia non manca di certo all’atleta Master Pro, che quasi sempre è uno studente o un lavoratore che trova sempre la voglia e soprattutto lo sprono per continuare a macinare chilometri, tra acido lattico e i vari crampi. Chapeau per loro.
Veniamo ora al Master Fun: direi più che sostenitore del movimento master è un sostenitore del “aggiungi un posto a tavolo che c’è un amico in più”. C’è sempre un motivo per festeggiare. Che si gareggi o no, ogni scusa è sempre ottima per restare in compagnia e farsi quattro risate. Poco importa della prestazione e del cronometro, ciò che importa davvero è lo spirito di allegria che vige nella squadra e porta con se tutti i pensieri che la vita costantemente procura. Che sia un allenamento di una o due volte a settimana, che sia una prestazione da 700 o 1000 punti, poco importa, l’importante è esserci per i fratelli di cloro. La squadra prima di ogni cosa.
Detto così sembra quasi che le due categorie siano imprescindibili tra loro, ma in realtà si compensano a vicenda: l’uno sprona l’altro a mettersi sempre in gioco e non dubitare mai delle proprie capacità; l’altro invece cerca di strappare un sorriso nel momento di maggior sconforto o di estrema ansia da prestazione. Insomma, rende il tutto “più sopportabile”.
Come qualsiasi prospettiva che si rispetti, tra i due estremi c’è sempre uno spazio che non è ne bianco né nero, ma quella leggera sfumatura grigia. Ed è qui che si fa strada l’atleta Master della Terra di Mezzo, che si prende sul serio, sì, ma non troppo. Che ci tiene alle proprie prestazioni, ai propri tempi e ai propri risultati, ma per il quale la cosa più importante di tutte è il contorno che lo circonda. Nessuna “bad performance” lo potrà distrarre dall’obiettivo principale: divertirsi.
Bisogna dire che comunque sia, ognuno decide di affrontare il cloro a proprio modo e ciascuno ha una propria consapevolezza, propri obiettivi e propri moventi. Nessuno può dire in che modo bisogna relazionarsi con il mondo Master acquatico e nessuno può permettersi di giudicare i modi di comportarsi dell’altro. La cosa che bisogna tener sempre a mente è quella di far sempre tutto per se stessi. Se un determinato modo di fare vi rende felici, allora è quello il modo giusto per vivere qualsiasi cosa e ambiente. Almeno per voi.
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