La romana si laurea campionessa mondiale a Gwangju polverizzando il Record Italiano di Alessia Filippi
Non c’è tempo al Nambu International Aquatics Center di Gwangju per essere felici del bel risultato di Filippo Megli alla sua prima finale mondiale nei 200 stile in cui ha mancato il podio solo per 4 centesimi firmando il nuovo Record Italiano – clicca qui per saperne di più – che arriva l’apoteosi di Simona Quadarella!
La romana impegna gli appassionati e tifosi Azzurri incollati alla TV con il batticuore per la finalissima dei 1500 stile libero femminili che, dopo la rinuncia di Katie Ledecky che aveva nuotato il miglior crono di qualifica, vedono addirittura favorita l’Azzurra. Senza paura di vincere e senza sottovalutare le avversarie, l’atleta allenata dallo “scuro” Christian Minotti, terzo crono mondiale dell’anno, vice vice campionessa mondiale in carica e campionessa europea in carica, si butta subito all’attacco della testa della finale, nuotando ritmi eccellenti.
Parte la fuga e a metà gara l’atleta delle Fiamme Rosse e Circolo Canottieri Aniene è sola con un passaggio di 8’17″95 agli 800 metri che la ipoteca campionessa mondiale. L’emozione lascia spazio all’adrenalina e la 20enne chiude davanti a tutte in 15’40″89 laureandosi campionessa mondiale, esattamente dieci anni dopo la vittoria dell’altra romana Alessia Filippi, e due anni dopo il terzo posto iridato a Budapest, polverizzando il Record Italiano detenuto proprio dalla Filippi con 15’44″93 in quella finale calda e stellare di Roma 2009, nonchè il suo precedente personale e primato italiano in tessuto di 15’48″84 che aveva nuotato il 21 giugno scorso al Sette Colli di Roma.
Non c’è storia per le avversarie nella specialità che ricordiamo, dal prossimo anno figurerà per la prima volta anche nel programma olimpico, con la tedesca Sarah Kohler che deve accontentarsi dell’argento in 15’48″83 e la cinese Jianjiahe Wang del bronzo in 15’51″00, con Katie Ledecky assente a guardare la finale a cui ha rinunciato per motivi di salute dalle tribune.
Esplode in lacrime Simona una volta uscita dalla vasca, una bellissima scena che fa da cornice alla serata magica che si è regalata e che ha regalato agli italiani.
“Neanche me la ricordo la gara, non ci sto capendo niente – dichiara ancora emozionata la Quadarella – Quando ho saputo che Ledecky non avrebbe gareggiato sapevo che avrei potuto vincere, di essere la favorita, però immaginarlo è una cosa e riuscirci ben altra. Sto provando delle sensazioni pazzesche difficili da descrivere, ho sempre sognato di diventare la numero uno al mondo. È quello che volevo e mi sembra incredibile che ci sia riuscita, che sia vero, che non sia un sogno. Durante la gara pensavo che non vedevo l’ora che finisse. Sapevo che stavo vincendo e quindi i 1500 metri mi sono sembrati molto di più, lunghissimi. Ma a tratti me la sono pure goduta, soprattutto verso la fine, quando ho acquisito pieno di consapevolezza della vittoria. Questa medaglia d’oro la dedico a me, a Christian (l’allenatore Minotti, ndr), alla mia squadra e alla mia famiglia che mi ha sempre supportato e ha sempre creduto in me”
“Oro inaspettato alla vigilia perché si sono incastrate una serie di situazioni che è inutile negare – afferma un raggiante Christian Minotti – Ledecky non era in condizione, ha rinunciato alla finale e noi ne abbiamo approfittato. L’avversario più temibile era proprio la pressione, perché avendo davanti la statunitense avremmo impostato una gara in scia fino agli 800-1000 metri per poi provare a prenderla. Invece saremmo dovuti essere noi a dettare i tempi e impostarla e abbiamo dimostrato di essere i più forti. Simona ha voluto subito imporre un ritmo elevato, è stata brava; le avevo detto che ci sarebbe voluto almeno 15’40” per vincere e lei mi ha seguito alla lettera. Godiamoci il momento, poi penseremo agli 800 e da settembre alle Olimpiadi. Siamo tra i più forti al mondo, in questo momento siamo i migliori, ma bisogna continuare a lavorare con serietà, restare coi piedi per terra perché ci aspetteranno tutti a Tokyo”.
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