L’atleta paralimpico ha vinto sette medaglie ai Giochi di Tokyo consacrandosi tra le stelle del nuoto paralimpico
Da un tragico incidente alla gloria nello sport, tutto nel giro di otto anni, Stefano Raimondi è passato da uno dei momenti più difficili della sua vita alla rinascita, ottenuta attraverso il nuoto.
A 15 anni ha avuto un brutto incidente in motorino a causa del quale ha rischiato l’amputazione di un arto, il momento più difficile della sua vita.
Mi ricordo tutto dell’incidente, ho solo un vuoto al momento dell’impatto con il camion con cui mi scontrai, ma poi ricordo ogni dettaglio, fin da quando sono uscito da sotto al camion – racconta Stefano – Mi aiutarono i miei amici e poi per fortuna nel camion c’era un soccorritore della croce rossa che mi mise subito due cinture per fermare l’emorragia e da lì la corsa in ospedale”
Il 23enne originario di Soave ha iniziato a nuotare quando ancora frequenta la scuola elementare e le sue qualità erano promettenti, tanto che a giugno 2013 viene convocato in Nazionale Giovanile, pochi mesi prima dell’incidente.
Il Nuoto mi ha salvato, insieme alla mia famiglia – spiega Stefano – E poi mi ha permesso di trovare Giulia”
Un ragazzo molto sensibile Stefano, che in occasione della premiazione di uno dei sette podi conquistati alle Paralimpiadi di Tokyo, ha dedicato la medaglia al suo amore Giulia Terzi.
Una sensibilità sincera, che non è riuscito a nascondere nemmeno a Verissimo, la trasmissione di Canale 5 condotta da Silvia Toffanin, dove ieri è stato ospite proprio insieme a Giulia Terzi e dove si è emozionato due volte.
Prima nel raccontare la sua incredibile storia e poi quando a sorpresa ha visto un messaggio del suo primo allenatore, Giancarlo Scarmagnani, nel monitor gigante degli studi Mediaset.
Il tecnico ricorda quando poco dopo l’incidente ha dovuto lavorare tanto per convincere Stefano a tornare in piscina e riprendere gli allenamenti.
Il ragazzo non ne voleva sapere di riprendere a nuotare dopo il trauma causato dall’incidente, ma alla fine, anche grazie alla sua famiglia, si è convinto e la scelta si è rivelata più che indovinata.
Recuperare almeno in parte la mobilità della gamba e della caviglia è stata dura – ricorda il tecnico Giancarlo – Alla fine però direi che ne è valsa la pena”

Quattro anni più tardi infatti, Marcello Rigamonti, tecnico dell’attuale squadra in cui Stefano è tesserato, il Verona Swimming Team, lo nota durante un collegiale regionale organizzato da FIN Veneto. Fu l’incontro decisivo per il suo ingresso nel mondo paralimpico.
Stefano passa la classificazione come atleta paralimpico classe S10 ed SB9 e poco dopo parte con la nazionale per i Giochi del Mediterraneo di Tarragona 2018, dove diventò il primo italiano a vincere un oro nei 100 stile libero.
Fu però solo il preludio della sua scalata: nello stesso anno vince sette medaglie agli Europei di Dublino, tre d’oro, una d’argento e quattro di bronzo.
Un anno dopo arriva il successo ai Mondiali di Londra e due anni dopo ancora agli Europei di Funchal, l’anno che lo consacra definitivamente con le sette medaglie vinte alle Paralimpiadi di Tokyo:
oro nei 100 rana, argento nei 100 farfalla, 100 dorso, 200 misti e nella 4×100 stile e bronzo nella 4×100 mista e nei 100 stile!
Per me Giancarlo è stato come un secondo papà – dichiara Stefano – Mi ha aiutato a uscire dall’incidente, a ritornare in acqua e un anno dopo anche a salire sul gradino di un podio a un Campionato italiano giovanile”
Stefano ha impiegato due mesi dopo l’incidente per ritornare a camminare con l’ausilio delle stampelle, poi la piscina ha fatto il resto.
Il Nuoto è il miglior modo per recuperare da traumi del genere e l’acqua mi ha aiutato molto nella fase di riabilitazione – spiega l’atleta Azzurro allenato da Alberto Burlina e Marcello Rigamonti – Il Nuoto mi ha permesso di ritornare a camminare senza stampelle e per questo devo veramente tanto al mio allenatore Giancarlo e alla mia famiglia”
L’amore con Giulia Terzi
Stefano e Giulia si sono incrociati per la prima volta nel 2019, ma l’amore non è sbocciato subito: due caratteri diversi, uno molto introverso e riservato, l’altra molto espansiva e solare, ma evidentemente i due mondi si sono completati.
Al di là che sia una bellissima ragazza, Giulia mi ha aiutato a esprimere le mie emozioni – racconta l’atleta, che si allena insieme all’altro Azzurro olimpico Thomas Ceccon – Prima ero un uomo di ghiaccio”

I Giochi di Parigi sono molto vicini e la prossima estate vedrà i Mondiali di Funchal e sia per Stefano che per Giulia, che a Tokyo hanno sbancato con 12 medaglie vinte in due, gli obiettivi sportivi sono ben chiari.
Stefano punta inoltre anche alla Laurea in Scienze Motorie, che dovrebbe riuscire a conseguire entro quest’anno universitario, poi il futuro dopo Parigi 2024 sarà tutto da vedere, ma che possa essere insieme, magari sotto lo stesso tetto, non è affatto un eufemismo in questo momento.
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