A Riccione si è preso il titolo italiano dei 100 rana, ma per lui “La cosa più bella è stata ritrovare compagni di nuoto”
Il Nuoto Master o in generale il Nuoto, è un elemento aggiuntivo nella vita di chiunque abbia vissuto la disciplina acquatica in maniera competitiva, a qualsiasi livello.
Ti amplia la mente, ti cambia il modo di pensare, di vivere la vita e ti amplia la vita sociale, perché quando nuoti, conosci sempre tante persone.
Umberto Ramelli mancava da tutto questo circus da tanto tempo, in cui si è completamente dedicato ad altro.
Sono uscito completamente dal mondo del nuoto per dieci anni – racconta il 44enne lombardo nella nostra chiacchierata – Ero mentalmente stanco, ho pensato a metter su famiglia e dedicarmi al lavoro. Erano comunque tanti anni che mi allenavo tutti i giorni e mentalmente avevo bisogno di staccare. Il nuoto era diventato un dovere e non più un piacere”
Dall’ultima volta che lo abbiamo intervistato – qui l’intervista di dieci anni fa – sono trascorsi più di dieci anni e la sua vita è totalmente cambiata.
Oggi per Umberto conta la famiglia e il tempo di qualità che si fa di tutto per dedicargli. Te ne accorgi dal fatto che durante tutta l’intervista, si è parlato più del figlio, della moglie e della sua vita privata che del nuoto, che ha dovuto mettere da parte anche per problemi di salute.
Oggi ho il mio equilibro con la mia famiglia e penso che sia la cosa più importante di tutte. Ho un figlio di 4 anni e tutto il mio mondo gira intorno a lui. Il nuoto l’ho messo da parte anche per problemi di salute. Nel 2015 ho subito un’operazione importante per togliere un’ernia – spiega l’atleta del Team Insubrika – Nel 2017 ho provato a ritornare a nuotare, ma sono finito in ospedale con la schiena bloccata e quindi ho lasciato perdere. I medici mi avevano vietato qualsiasi attività sportiva. Ero messo male. Ci ho riprovato a settembre dello scorso anno, ma ho avuto un altro problema alla schiena che ha fatto evidenziato un’altra ernia e un problema alle vertebre. Purtroppo dopo l’intervento sono diventato estremamente fragile”
Come spesso sentiamo dire, lo sport preso a piccole dosi aiuta a stare bene con la salute e mantenere funzionante il fisico e così è stato anche per Umberto Ramelli.
Ero arrivato a un bivio e allora il mio neurochirurgo mi ha obbligato a ritornare a nuotare, ma in maniera blanda, senza forzare. Due volte alla settimana con allenamenti da 3 km, non oltre”
Nuoto Master e vita quotidiana, Umberto Ramelli racconta il suo ritorno dopo dieci anni
Un ritorno senza scopo competitivo dunque, per migliorare la propria salute, ma le sirene del nuoto non si sono fatte attendere.
Quando dal Team Insubrika hanno saputo che ero ritornato a nuotare, hanno cercato di convincermi in tutti i modi a ritornare a gareggiare e sono riusciti a coinvolgermi per partecipare ai Campionati Italiani – racconta Umberto – Non sono più in grado di nuotare un 100 rana da 1’05”, ma a Riccione mi sono divertito ugualmente”
Come è stato ritornare?
Il momento del pre gara l’ho vissuto in maniera abituale. Non avevo ancora realizzato cosa stessi facendo. L’emozione si è sentita quando sono salito sul blocco di partenza. Ai Mondiali di Riccione 2012 è stata praticamente la mia ultima gara importante e riprendere da dove avevo lasciato, nella stessa piscina in cui ero arrivato terzo nei 100 rana ai Mondiali, mi ha fatto salire un’adrenalina molto forte”
Cosa hai provato quando ti sei ritrovato in gara dopo così tanto tempo?
Ho avuto un po’ di timore al tuffo per il problema alla schiena, ma quando ho toccato l’acqua, mi sono sentito come quando avevo 20 anni. Non avevo un allenamento per fare in maniera forte un 100 rana in vasca lunga e quindi ho puntato più sulla gestione. Gli ultimi dieci metri li ho sofferti tanto, ma l’esperienza mi ha permesso di arrivare in fondo e anche a vincere, anche se non era il mio obiettivo”

Qual era allora il tuo obiettivo?
Volevo nuotare sotto l’1’11” e divertirmi e ci sono riuscito. La cosa più bella che mi hanno detto a Riccione, è che la mia nuotata è ancora la più bella e questa cosa mi gratifica. Oggi il nuoto è diventato uno sport di forza, ma a me piace ancora la nuotata elegante”
Come hai trovato l’ambiente Master dopo tanti anni?
È stato molto bello ritrovare amici master che non vedevo da tanti anni, mi ha fatto molto piacere. Mi avrebbe fatto piacere rivedere anche alcuni compagni ranisti della mia epoca, come Vincenzo Giove ed Ennio Franco. Il bello del Master non è competere e vincere, ma ritrovarsi per il piacere di farlo”
Ti hanno fatto venire la voglia di riprendere?
La voglia c’è, ma la condizione fisica no. Continuerò a nuotare un paio di volte a settimana per stare bene di salute. L’anno prossimo vedrò se riuscirò a fare i Regionali e ancora i Campionati Italiani. Non ho ambizioni come una volta. Ho una famiglia e oggi nuoto per stare bene e divertirmi”
Sembra che la tua vita sia totalmente cambiata dalla nostra ultima intervista.
Dieci anni fa vivevo da solo e fuori dal lavoro non avevo nulla e tutto quello che avevo lo spendevo nel nuoto. Oggi ho una famiglia, una moglie e un figlio e voglio pensare a quello”
Tuo figlio fa sport?
Mio figlio nuota, ha iniziato a settembre dello scorso anno e sono contento di questo. Il nuoto lo aiuterà a sviluppare la sua crescita e strutturare il suo fisico. Se vorrà fare agonismo o vorrà cambiare sport da grande, sarà ovviamente libero di farlo. L’unica cosa che mi importa è che stia lontano dalle strade, che stia bene e sia felice”

Ciò che pensi e in cui credi, sembra una cosa scontata, ma nella società di oggi non è sempre così.
Lo so. Vorrei che tanti genitori trasmettessero ai propri figli la capacità di vivere una passione per qualcosa, senza obbligarli in alcun modo. L’unica cosa che probabilmente vieterò a mio figlio, è di giocare a calcio. Insulti, parolacce e bestemmie mi è capitato di sentirle anche ai campi da calcio della squadra primavera. Non voglio che mio figlio cresca in un ambiente così. Lo sport è una palestra di vita e gli allenatori sono un punto di riferimento importante per i ragazzini e il loro futuro”
Sono cambiate tante cose nella tua vita e nel modo in cui la vivi. Ma la birra in pre chiamata è ancora il tuo doping o anche quello è cambiato?
Quella è rimasta. Non sono più un gran bevitore, la bevo quando mangio una pizza, ma ai Campionati Italiani di Riccione l’ho bevuta prima e dopo la gara. Certe routine è bello preservarle. C’è chi va in pre gara con cuffie e musica, mentre io ho la mia birretta”
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