L’atleta simbolo del Nuoto Master punta ad una medaglia ai Mondiali 2012
Raffaele Lococciolo, un nome, un simbolo nel nuoto master! Il ragazzone toscano, classe 1972 della società Amici del Nuoto di Firenze, che sembra avere sempre un’aria di chi pare stare un po’ sulle sue, per chi non lo conosce bene, è in realtà soltanto un grande timidone! Basta infatti parlare di una passione che si ha in comune con lui, di un argomento come il nuoto ad esempio, per trovare subito il filo diretto con la persona che scatena l’altra faccia di Lococciolo, quella estremamente socievole e schietta e che dice ciò che pensa fuori dai denti e con il sorriso sulle labbra.
Dopo dieci minuti di chiacchierata con lui, è facile capire perché è ritenuto da tanti un simbolo per il master. Grande carisma, grande energia, convinzione dei propri mezzi e grande simpatia di chi ha voglia di divertirsi che insieme alle grandi capacità atletiche, realizzano un mix eccellente per chi vive il settore master!
Nuotatore fin dall’età “delle fasce”, ama a dir poco tutto ciò che fa, moglie e figlia in primis, lavoro ed ovviamente il nuoto, per il quale nutre una passione sconfinata!
Il suo palmares fa quasi invidia per i titoli internazionali vinti, i tantissimi titoli italiani ed i record di categoria che si porta sulle sue grosse spalle.
L’impegno che dedica al nuoto parla chiaro e dice quanto Raffaele Lococciolo sia un nuotatore nell’anima!
Lo abbiamo capito bene solo una volta insieme a lui, faccia a faccia, in un’intervista marcata Swim4life!
Da quanti anni nuoti e come è iniziata questa tua passione per l’acqua?
Ho praticamente imparato a nuotare prima che a camminare! Quando ero molto piccolo vivevo in un Residence dove c’era una piscina. Gattonando caddi nella vasca e feci una sorta di ranocchia spontanea, così ho iniziato a “nuotare” a meno di 1 anno. Ho iniziato seriamente poi a 4 anni ed ho fatto agonismo fino a 20, dopo di che ho smesso, anche per impegni di studi universitari. Sono ricaduto nella trappola ai 30, con il nuoto master!
Che tipo di bagaglio sportivo ti porti dietro con l’agonismo?
Ho fatto agonismo dai 7 anni con gli esordienti C, fino ai 20 come dicevo prima. Sicuramente l’esperienza maggiore che mi porto dietro è data da quella particolare sensibilità in acqua che si può assumere solo se nuoti da giovanissimo. Quando sono tornato in acqua con i master, erano circa 10 anni che non nuotavo e dopo solo 6 mesi di allenamento, riuscivo già ad avvicinarmi molto ai tempi che facevo a 20 anni sulle distanze più corte. Quando fai agonismo, il nuoto ti entra nel sangue ed assumi una forza e sensibilità in acqua che ti rimane per sempre e che non raggiungi facilmente se non l’hai imparata da piccolo.
Com’è essere un nuotatore agonista e com’è essere un master?
La differenza fondamentale tra le due è che quando sei master nuoti per te stesso e non perché c’è qualcun altro che ti dice di nuotare. Fai le gare e ti prepari per te stesso e non perché qualcuno ti obbliga a sostenere determinati carichi di lavoro. E poi è una valvola di sfogo dalla quotidianità. Essendo un tuo piacere inoltre hai una mente più predisposta per farlo.
Che risultati hai raggiunto nell’agonismo?
Ho vinto i Campionati giovanili fino alla categoria Juniores, ovvero fino a 17 anni. Passato alla categoria Cadetti ho avuto un po’ un’involuzione, perché mentre gli altri miglioravano, io restavo sui miei tempi, senza progredire. I miei risultati migliori quindi sono stati con la categoria Juniores, con 6 nazionali giovanili tra cui due Campionati Europei Juniores. A 20 anni poi ho smesso, perché non era più il caso di andare avanti, visto che non sono riuscito a fare il salto.
Oggi di cosa ti occupi?
Oggi ho una moglie ed una bellissima bambina e sono impiegato presso Findometic Banca, dove ho un ruolo di responsabilità come capo ufficio al settore qualità/studio. Lavoro con i numeri.
Come nasce la scelta di riprendere con il nuoto master?
E’ stata abbastanza singolare. In occasione di una cena con il mio ex allenatore Sergio Pasquali e tutti i miei ex compagni con i quali facevo agonismo, un po’ in preda all’alcol e divertimento, facemmo una scommessa che nemmeno ricordo, ma che persi ed il pegno era quello di fare una gara. Così completamente a secco e senza allenamento mi ritrovai in vasca per gareggiare e da lì non ho più saputo smettere! Ho ripreso ad allenarmi e non ho più lasciato il settore master.
Che impressioni hai avuto alla tua prima stagione da master?
Mi sono trovato molto bene, anche perché avevo 30 anni, quindi ancora giovane e forte. Ho iniziato in maniera soft, riprendendo a Gennaio nel circuito UISP dove e mi sono divertito tanto. Poi l’agonista che è in te tende ad uscire fuori e quindi dalla stagione successiva ho ripreso a pieno ritmo nel circuito FIN.
Sicuramente la gestione dei tuoi tempi è cambiata molto da quando eri un agonista. La tua giornata tipo di oggi come si articola?
Si, è tutto molto diverso. Mi sveglio alle 6:15 tutti i giorni e con il mio motorino mi reco in piscina dove mi alleno dalle 7:15 alle 8:15. Poi scappo in ufficio dove devo marcare presenza entro le 9:00. Passo a casa per il pranzo visto che abito vicino al posto di lavoro, sto un po’ con la mia bimba e poi ritorno in ufficio fino alle 17:30. Ritorno a casa, gioco un po’ ancora con la mia bimba, aiuto mia moglie nelle faccende di casa e poi la sera ritorno in piscina per allenare la squadra dalle 21:00 alle 22.30.
Ritmi altissimi quindi. A questo punto la domanda viene spontanea. Che importanza ha il nuoto nella tua vita?
Come diceva un mio caro amico, “il nuoto è la cosa più importante delle stupidaggini”, nel senso che nella vita le cose importanti sono altre, come il lavoro, la famiglia, i figli. Però, una volta dedicato il tempo necessario alle cose importanti, il nuoto diventa la cosa “secondaria” più importante della mia vita.
Sei considerato da molti un personaggio di rilievo nel mondo master. Questo ti fa sentire in qualche modo responsabile nel confrontarti con le persone con le quali ti alleni o che incontri in gara?
Sinceramente non mi sento di avere una responsabilità per questo. L’unica cosa che cerco sempre di fare è di trasmettere la mia passione per il nuoto alle altre persone che alleno. Con alcuni ci riesco, con altri no, però quando gestisci un gruppo di 60-70 persone complessivamente, ci sta che non riesci a capirti con tutti.
Hai vissuto il nuoto master in un’epoca diversa da quella di oggi. Cos’è cambiato negli ultimi anni e cosa dovrebbe ancora cambiare secondo te?
Credo sia cambiato il livello, perché sempre più ex agonisti si affacciano in questo settore. Dei non ex agonisti poi ci sono molti atleti che si impegnano a mantenere tempi bassi e quindi direi che oltre la quantità, è cresciuta anche la qualità. Oggi un trofeo su 4 chiude le iscrizioni prima del termine per la grande richiesta. Cinque anni fa accadeva il contrario, ovvero si era costretti ad annullare qualche data per mancanza di iscrizioni. Il movimento master quindi è in grande aumento, anche se io ho un pensiero abbastanza impopolare, in quanto credo che il master sia una macchina mungi soldi ed infatti si tende molto a fare numero. A volte si vedono persone in gara che dovrebbero prima imparare a nuotare che a gareggiare. Però è un bel movimento, dove ci sono tantissimi tesserati, interesse di partecipazione ed anche la presenza di alcuni sponsor.
Parliamo di ex agonisti a questo punto. Alcuni si affacciano al settore master da un giorno all’altro. Quest’anno con i mondiali master in Italia poi, si è scatenato un meccanismo di ritorno all’acqua nel settore master per molti ex agonisti che fino alla scorsa stagione facevano competizioni anche di alto livello. Cosa pensi di questo? Credi sia opportuno regolare in modo diverso l’accesso degli ex agonisti nel settore master?
Guarda io sono per l’apertura mentale totale e quindi se un Rosolino tra qualche anno vorrà fare una gara Master, per me sarebbe una cosa prestigiosa per il settore e piacevole per chi ci nuota di fianco. Considera comunque che nei paesi anglosassoni è già così. C’è un blocco mentale sull’argomento solo da noi, in Germania e nella parte più occidentale dell’Europa, anche se in effetti ricordo che una volta Thomas Rupprath fece un Record del Mondo nuotando come Master che era più basso del Record del Mondo della categoria Assoluti! Fu squalificato per la subacquea troppo lunga ma per qualche istante c’è stata l’ebbrezza di un Record Master più basso di un Record Assoluto!
Per ora ci fermiamo qui, in attesa della seconda ed ultima parte dell’intervista a Raffaele Lococciolo, a destra con la coppa del Super Master vinto nel 2011!
Video allegato: 2° trofeo SISA Vicenza, Record Italiano M35 200 stile libero