Tatuaggi, il marchio più diffuso tra i nuotatori.

Dai cinque cerchi olimpici ai tribali, ecco cosa comporta per un nuotatore fare un tatuaggio.

I tatuaggi sono ormai diventati il marchio di riconoscimento di una persona, soprattutto di atleti ed anche nel nuoto non mancano i super tatuati che sfoggiano i proprio disegni, ognuno con un significato ben preciso.

Federica Pellegrini ad esempio, una delle icone più importanti del nuoto, si è tatuata per ben nove volte. Il più recente è quello fatto in memoria della sua gatta Mafalda scomparsa da poco, tatuata sul fianco destro. Tra i più famosi c’è sicuramente quello della fenice sul collo come significato di rinascita dalle sue ceneri e le tre rose adagiate sull’acqua tra le quali compare una piccola libellula disegnate sul fianco sinistro che significano la leggerezza dopo le crisi di panico di cui lei soffre. Inoltre su una rosa ha fatto incidere anche il nome Alberto Castagnetti scomparso nel 2009.

Fabio_Scozzoli-Nuoto_Extremo_02Federica Pellegrini è però una delle poche olimpioniche a non essersi tatuata i canonici cinque cerchi olimpici, marchio che hanno tatuato sul proprio corpo molti nuotatori tra i quali Michael Phelps che porta tatuata anche una “M” per richiamare il Michigan, ovvero lo stato americano dove è nato e è cresciuto la Michigan University dove ha studiato, Ryan Lochte che porta anche un alligatore sulla sua spalla destra, un omaggio all’Università della Florida dove ha studiato, Missy Franklin, Marco Orsi, Niccolò Beni, Brent Hayden che subito sopra ai cerchi si è fatto tatuare anche la foglia rossa canadese e Fabio Scozzoli che si è fatto tatuare i cinque cerchi olimpici insieme ad un crono, a ricordargli il podio mancato alle Olimpiadi di Londra nei 100 rana per soli 48 centesimi. Poi ci sono le enormi ali di un angelo che Paolo Bossini si è fatto tatuare sulla schiena, il grande tribale disegnato sul fianco di Florent Manaudou, la tartaruga marina tribale di Camille Lacourt ed i tribali che ricoprono tutte e due le braccia dello statunitense Anthony Ervin. La lista è molto lunga e si aggiorna frequentemente, tra gli atleti Assoluti come tra quelli Master che ritengono il tatuaggio un vero e proprio stile di vita, un veicolo di comunicazione e un mezzo per personalizzare il proprio corpo e talvolta per dare valore a determinati avvenimenti o affetti, persone o animali, che hanno fatto o fanno parte della propria vita.

I tatuaggi permanenti sulla pelle vengono realizzati con pigmenti inseriti nello strato superficiale della cute mediante appositi strumenti, normalmente un’apparecchiatura manuale che funziona quasi come una macchina da cucire formata da uno o più aghi che pungono ripetutamente la pelle inserendo i colori e realizzando così il disegno.

Ma qual è il momento migliore per farsi un tatuaggio? Sicuramente in inverno, quando la pelle è più chiara e poco esposta al sole il che aiuterà la pelle tatuata a guarigione più velocemente. La struttura della pelle è formata da tre strati: epidermide, derma ed ipoderma.
Anthony-ErvinIl primo è formato da cinque strati di cellule sovrapposti tra i quali lo strato germinativo, il più profondo, costituito da cellule vive che si dividono continuamente e lo strato corneo, ovvero quello a contatto con l’ambiente esterno, formato da cellule morte ma molto resistenti; il secondo si trova sotto l’epidermide e al suo interno si trovano i vasi sanguigni che portano nutrimento alle cellule vive dell’epidermide, rimuovono le sostanze di rifiuto e regolano la temperatura corporea, i nervi collegati a speciali cellule chiamate recettori, le ghiandole sudoripare formate da un tubicino avvolto a gomitolo e circondato da capillari che assorbe dal sangue le sostanze di scarto e le emette all’esterno come sudore e le ghiandole sebacee che producono il sebo; l’ultimo infine, si trova sotto il derma ed è formato da cellule ricche di grasso e perciò è chiamato anche strato adiposo.
Le funzioni della pelle sono principalmente quelle di proteggere i tessuti sottostanti dalle sostanze nocive e dai batteri ed eliminare alcune sostanze di rifiuto e allo stesso tempo mantenere costante la temperatura corporea con il sudore.

Un tatuaggio evolve nel tempo secondo l’abilità del tatuatore, la qualità dell’inchiostro, la qualità del pigmento usato, la finezza del tatuaggio e la deformazione della pelle in conseguenza a cambiamenti morfologici di stazza come la perdita di peso o una gravidanza.

Quali sono i rischi che si corrono facendo un tatuaggio? I rischi per chi si fa tatuare sono quelli legati alle infezioni. Inoltre non sempre la pelle tollera i pigmenti utilizzati per realizzare i tatuaggi e pertanto la composizione di questi deve essere provata clinicamente.

Quando si può riprendere a nuotare dopo aver fatto un tatuaggio? Una volta realizzato, il tatuaggio deve essere pulito, ricoperto da un unguento antibatterico e bendato dalle 2 alle 24 ore per proteggere la pelle dai batteri presenti nell’aria che potrebbero penetrare attraverso la ferita. Non sembra consigliata invece la pellicola trasparente, talvolta utilizzata al posto della garza per il bendaggio, che impedirebbe un’adeguata traspirazione della pelle rendendo il processo di guarigione più difficile e lungo e tratterebbe l’umidità alzando la temperatura della pelle, creando quindi un ambiente favorevole alla proliferazione dei batteri.
È Assolutamente consigliato di non riprendere a nuotare fin quando la pelle tatuata non sarà completamente guarita, in quanto, oltre al rischio di far scolorire il tatuaggio, c’è anche quello legato alla salute in quanto l’acqua della piscina, ma anche quella del mare potrebbero contenere facilmente prodotti chimici, batteri, o altre impurità che possono infettare la parte del corpo interessata da tatuaggio.

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federica-pellegrini-tatuaggio-feniceNel caso in cui il tatuaggio è molto esteso o realizzato vicino alle articolazioni come gomiti e ginocchia, è inoltre consigliato anche di non allenarsi nemmeno in palestra o praticando altre attività sportive per almeno un paio di giorni in quanto gli eccessivi movimenti allungherebbero i tempi di guarigione e peggio ancora, potrebbero rompere la pelle e irritarla, prolungando i tempi di cicatrizzazione.

Soltanto una volta che le pelle ha terminato il processo di cicatrizzazione, non presenta più croste ed è tornata nuovamente liscia, si può considerare guarita. Di solito sono necessarie dalle 3 alle 4 settimane per la completa guarigione.

È bene riflettere su tutto ciò che comporta fare un tatuaggio perché se si cambia idea nel tempo, non è facile rimuoverne uno. Cancellare un tatuaggio non è cosa né semplice, né economica, anzi. Per cancellare un tatuaggio si usa normalmente un laser che distrugge il pigmento che è stato inserito sotto la pelle, una tecnica efficace soprattutto per i tatuaggi scuri, mentre risulta molto meno facile rimuovere i tatuaggi colorati. Prima di rimuovere un tatuaggio, è bene consultare un dermatologo che potrà indirizzarvi sul metodo migliore per cancellarlo. È bene inoltre considerare anche che è preferibile cancellare un tatuaggio procedendo in diversi step distanziati di due mesi circa l’uno dall’altro e di tenere la pelle al riparo dalla luce per tutta la durata del trattamento di cancellazione.

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine