Dalla sosta alle virate al centro corsia fino alla gestione delle amicizie, come è meglio condividere gli spazi acquatici
Ben oltre le idee di relazione d’amore o di amicizia tra due individui, c’è una vasca, alcune volte più profonda, altre volte meno, in cui germogliano relazioni complicate.
Coltivare rapporti interpersonali può risultare difficile, soprattutto se di base c’è l’amore per una stessa passione seminata quotidianamente per tantissime ore.
Patire le stesse pene e gioire e condividere l’acqua tutti i giorni, può creare paradossalmente tensioni che per la maggior parte delle volte vengono allentate dalla coalizzazione contro un B2!
Com’è possibile far filare tutto liscio? Ecco sette regole che suggeriamo per gestire al meglio la convivenza tra corsie:
1 Non toccare i piedi del compagno che è partito prima di te
Quante volte avete assistito a scambi amorevoli di “ Parti tu per primo!” – “No! Parti tu per primo”- “No tu”? è praticamente una scena paragonabile al solito teatrino tra quattordicenni innamorati quando devono chiudere la telefonata della buona notte.
Puntualmente come per magia, chi cede il primo posto metterà “la quinta” e un po’ aiutato dalla scia, un po’ aiutato dalla ripartenza troppo ravvicinata e un po’ il fattore “sono più veloce ma oggi non ho voglia”, inizierà a toccare i piedi del nuotatore che lo precede.
Quest’ultimo cercherà in tutti i modi di accelerare il passo per ovviare al tanto fastidioso solletichio ai piedi, fin quando, estenuato, non cederà il posto.
Attenzione, potreste essere ripagati con la stessa moneta, quindi mettete una freccia a sinistra, superate, virate addosso, tagliate la vasca, afferrate per una caviglia e trascinate giù chi vi è dinnanzi, ma non, e ripeto non sfiorategli i piedi, è la causa della fine delle migliori amicizie!
2 Non sostare al centro della corsia
Questo fa parte del capitolo “domande misteriose e risposte introvabili”. Perché vi fermate a centro corsia se sapete che un vostro compagno di allenamenti sta arrivando proprio dietro di voi?
Magari si sta facendo un lavoro di ripetute cronometrate, si vorrebbe provare un arrivo quanto meno decente e zacchete, un sacco di patate davanti che te lo impedisce!
I più impavidi però non si perdono d’animo e arrivano al muretto con tanta grinta e senza pietà su chi gli occupa la strada. Se vi siete messi in stand-by al centro della corsia davanti al muretto, non rimpiangete la milza.
3 Non virare al centro corsia
Altra domanda che fa parte del capitolo sopra citato, perché virate al centro della corsia? Pensate di essere gli unici abitanti della vasca?
Vi svelo un segreto, non siete soli! Stiamo parlando molto probabilmente di individui che da piccoli non avranno sodisfatto a pieno la loro smania nelle autoscontro al Luna Park e in qualche modo vogliono inconsciamente recuperare. Petizione per ottenere un assicurazione su scontri frontali in acqua.
4 Non infastidire il compagno che si sta allenando
Capita a tutti la giornata in cui la voglia di nuotare è paragonabile alla voglia che si ha di lasciare il letto alle sei del mattino in una giornata grigia e tempestosa di gennaio.
Apprezzando la tenacia di scendere comunque in vasca, si prega i signori nuotatori in questione di starsene buoni buoni tra di loro, impegnando il loro tempo nella creazione di una coreografia di sincronizzato.
Gli altri componenti della squadra magari avranno voglia proprio quel giorno di allenarsi al massimo delle proprie energie. La palla deve essere colta al balzo.
5 Non rispondere in modo sgarbato
Spesso non tutti considerano che oltre le mura della piscina, i nuotatori hanno anche un’altra vita. Che sia il lavoro, la scuola, la famiglia o altri impegni, vuoi o non vuoi le tensioni scendono con te in acqua.
Se c’è un problema all’esterno della vasca, nella propria vita, non si è mai concentrati al 100% e questo facilmente può condizionare la riuscita dell’allenamento, motivo che porta altro e tanto facilmente ad innervosirsi.
Basta allora quella parola in più detta per scherzo o quello sguardo non compreso a generare discussioni senza fondamento. Dunque “relax, take it easy!”
6 Modulare la rivalità tra compagni
Per quanti stimoli si possano ricavare dall’avere un “compagno d’avventure” durante l’allenamento, come ben si sa in tutte le cose, il troppo storpia.
Da una semplice rivalità per un 25 metri forte, si passa ad affrontare il tutto come una vera e propria competizione. Ricordatevi che alla base di tutto c’è il sostegno reciproco.
7 Attenuare le inimicizie
Scontate ed inevitabili come la serie A di domenica, le antipatie in squadra sono sempre dietro l’angolo.
Sembra che sia impossibile sfuggire a queste e dunque l’unica soluzione è quella di non creare delle vere e proprie coalizione e non trasformare quello che dovrebbe essere un templio in cui vige la serenità in un campo di battaglia.
Entrare in acqua e ritrovarsi la causa del proprio nervosismo non è il massimo, non porta benefici ed è controproducente.
Per tutto il resto, non dimenticatevi mai del buon senso.
Ti è piaciuto questo articolo? Allora metti un Mi Piace alla nostra Pagina Ufficiale su Facebook!
Seguici su Instagram!
Seguici su Telegram!
Swim4Life – All rights reserved
Sostieni Swim4Life Magazine – Clicca qui per sapere come puoi aiutarci