Gli incubi che un nuotatore deve affrontare quotidianamente

Dalla paura di aver dimenticato il costume da gara al timore del blocco centrale di allenamento, ecco gli incubi più comuni tra i nuotatori

Accantonate l’idea che Samara di “The Ring” possa suscitare terrore in un nuotatore, così come “Paranormal Activity” possa indurre suspense. Sicuramente invece, quando Stanley Kubrick ha girato “Shining” era in un periodo della sua vita in cui praticava nuoto, altrimenti il capolavoro dell’Horror non sarebbe mai nato. Gli incubi dei nuotatori vanno però al di là di mostri, zombie, cadaveri e cadute da un precipizio, perché quotidianamente, o quasi, il nuotatore è messo a dura prova e preso da sobbalzi che portano a sussulti paragonabili ad un arresto cardiaco!
Entrando nel suo subconscio, quali sono gli incubi per un nuotatore?

La paura di aver dimenticato l’attrezzatura per l’allenamento o per una competizione
Il mondo si ferma, sembra crollare tutto, la concentrazione va via e la paura subentra. Durante la sessione di un allenamento, il problema è risolvibile perché ci sarà sempre un compagno previdente che avrà con se un doppione di tutto ciò che serve per nuotare ed allenarsi, tranne che della voglia di nuotare della quale dovete munirvi voi. La dimenticanza più temuta relativamente alle attrezzature da nuoto secondo uno studio scientifico accurato realizzato nei peggiori spogliatoi di Caracas è quella delle ciabatte. C’è però chi compensa con le pinnette, chi con i calzini e chi con i soli copri scarpe che fanno diventare i piedi come involtini pronti per il freezer perché a mali estremi, estremi rimedi. Ma la situazione diventa più complicata quando si è lontani da casa e si sta partecipando magari ad un meeting: “Ho dimenticato il costumone” oppure “Ho dimenticato il tesserino atleta” possono diventare due delle frasi più terrificanti per un nuotatore. Lì è Angina Pectoris immediata.

indossare-costume-gara-nuotoNon riuscire ad infilare in tempo il costume da gara
La vita è imprevedibile, come lo è infilare il costume da gara, soprattutto quando è nuovo. Non saprai mai se quel giorno e in quel preciso istante la tua pelle lascerà scivolare dolcemente il tessuto del costumone oppure lo rigetterà e quindi si vivono momenti di angoscia con la paura di saltare la camera di chiamata e di non poter arrivare in tempo per salire sul blocco di partenza.
Per evitare di vivere l’incubo ci si organizza tra nuotatori: se le donne di tutto il globo vanno in bagno in due per motivi che non sono tenuta a confessarvi, le nuotatrici si recano negli spogliatoi sempre in due (se non in tre) per cercare di infilare il più velocemente possibile il costumone. Ecco, un incubo potrebbe essere il ritrovarsi da sole a dover infilare quel tessuto 20X15cm! Vogliamo parlare poi della pipì che puntualmente, quasi di proposito, si presenta dopo essere riusciti nell’impresa di tirar su il costume? Provate a negare che non vi sia mai capitato!

La squalifica in gara
Avete presente quando state per addormentarvi e sognate di cadere da un burrone o semplicemente inciampare per strada e d’un tratto sobbalzate nel sonno? Più comunemente un nuotatore sogna di cadere dal bordo del blocco di partenza. Basta anche un piccolo prurito alla caviglia mentre si è in posizione pronta a scoccare il tuffo dal blocco di partenza a determinare una squalifica per falsa partenza. Mesi e mesi di preparazione annullati dalla troppa adrenalina.

I crampi
Avete assunto la giusta dose di magnesio e potassio? Vi siete idratati adeguatamente? Spero per voi di si, altrimenti dovete far i conti con i crampi. Questi accompagnano quasi inevitabilmente l’uso delle pinnette in allenamento, il 3×2 meno conveniente in tutta la storia dei supermarket. Voi cosa scegliereste tra le urla del coach dopo che vi siete fermati per stirarvi il muscolo o il dolore lancinante del crampo? Ci penserei almeno cinque minuti prima di rispondere.

Gli occhialini che cadono dopo il tuffo in gara
La fisica serve a ben poco in questi casi: non basta aver calcolato l’angolo e traiettoria di entrata in acqua in rapporto alle vibrazioni terrestri, perché bisogna tener conto anche del fattore “fortuna” dopo aver stretto bene gli occhialini fino a “far uscire le pupille dalle orbite”. I più fortunati, nella sfortuna perdono del tutto gli occhialini, mentre gli altri invece sono costretti a nuotare con occhialini pieni d’acqua che sono anche più fastidiosi di una zanzara il 15 agosto che ti ronza intorno mentre cerchi di dormire, oppure sono costretti a nuotare con gli occhialini che si fermano sulla mascella limitando la quantità di aria in entrata negli alveoli polmonari. Spero solo che per voi non capiti in un 1500 stile libero!

Perdere qualsiasi cosa durante un meeting
I nuotatori già di per se vivono in un mondo tutto loro, assuefatti da cloro e sali minerali. Mettete poi tanti nuotatori tutti insieme, concentrati in un unico luogo: ciò che si crea è un’arena degna dei miglior anfiteatri romani, in cui ciò che volano non sono applausi e urla, bensì cuffie, occhialini, felpe, divise, asciugamani e ciabatte. La probabilità di perdere oggetti in un meeting è quotata a 1.01 nei migliori centri scommesse sportivi.

nuotoIl blocco centrale di allenamento
Scavando nei cassetti – o nel borsone – del subconscio, un altro incubo comune è la paura del blocco centrale di allenamento, soprattutto durante un importante macrociclo di allenamento stagionale. “Chissà oggi che cosa ci aspetta”, quante volte ve lo siete chiesti con terrore prima di entrare in vasca? È qui che si capisce perché la programmazione degli allenamenti non viene mai spoilerata ad un’atleta: scapperebbe di corsa! Invece provate a scappare dall’acqua con gli occhi torvi dell’allenatore che vi seguono, qualsiasi mossa facciate. L’unica cosa che aiuta a sconfiggere tale paura, è la voglia irrefrenabile di raggiungere sempre nuovi traguardi.

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Rosaria Oliviero

Studentessa presso la Facoltà di Farmacia e appassionata swimmer! Un passato da agonista ed un presente da nuotatrice Master la spingono a seguire il nuoto in tutte le sue sfaccettature