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Caeleb Dressel è un aeroplano, trema il suo Record Mondiale dei 100 farfalla

Margherita Panziera spegne il sogno olimpico in semifinale, Tatjana Schoenmaker WR e prima donna sotto i 2’19” nei 200 rana

Il programma della settima giornata delle Olimpiadi di Tokyo si apre con le semifinali dei 100 farfalla maschili che ormai sembrano avere l’esito finale scontato, con un super Caeleb Dressel, campione del mondo e primatista mondiale, nonché miglior performer dell’anno, che pare possa vincere anche senza un braccio.

Il ragazzone statunitense offre ancora una volta al mondo intero prova della sua immensa potenza che sprigiona subito al massimo fin dalle prime bracciate, senza risparmiarsi, apparentemente senza tattica, ma in realtà con una capacità acquatica incredibile, disarmante.

Già oro nei 100 stile libero con il supersonico crono di 47”02 e oro con la 4×100 stile, Dressel nuota la prima vasca in 23”20, poi chiude in 26”51 per un totale di 49”71 che lo vede primeggiare anche questo turno migliorando il Record Olimpico suo e di Joseph Schooling di 50”39, ancora davanti a Kristof Milak.

Il magiaro, oro nei 200 farfalla, sembra essere l’unico a tenergli testa e ad aprire un’incognita, seppur minima, sulla destinazione dell’oro olimpico, chiudendo in 50”31.

Finisce in semifinale il sogno olimpico di Margherita Panziera, arrivata ai Giochi di Tokyo con tutte le carte in regola per giocarsi un posto sul podio e invece non è riuscita a superare le semifinali.

Soltanto lei e il suo allenatore Luca Belfiore sanno veramente cosa non sia girato in Giappone, perché il tempo nuotato a marzo dall’atleta dell’Aniene e Fiamme Oro, era il secondo crono mondiale stagionale.

Un 2’05”56 ben lontano dal 2’10”26 segnato in batteria e nemmeno parente del 2’09”54 nuotato in semifinale che la vede fermarsi al nono posto.

Prima delle escluse, anche sfortunata, perché bastava un 2’08”76 siglato della cinese Peng Xuwei per arrivare in finale, tempo abbondantemente alla sua portata.

Ho provato a fare una gara aggressiva rispetto alla batteria, poi mi sono mancate le energie – ha dichiarato la campionessa europea dal 2018 – Non ne avevo più. Ho lottato fino all’ultimo centimetro. Peccato per l’occasione sprecata, però non ho rimpianti perché ho dato il 100%. Forse quando sono arrivata in Giappone mi sono mancati i piccoli ambientamenti. Il fuso, il cambio di alimentazione, le finali al mattino, la dimensione completamente diversa.

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Sappiamo di aver lavorato molto fino alla fine, pur avendo avuto problemi a mettere su peso durante la stagione – aggiunge la 25enne – Sono salita sul blocco senza forze, ho fatto più fatica delle altre. Ero scoordinata. Adesso proverò a resettare e a concentrarmi sulla staffetta. Confido nel 100 per rifarmi subito”

Un vero peccato, l’eliminazione della Panziera ha il sapore di una medaglia lasciata sulla strada, ma per fortuna Parigi dista soltanto tre anni e la veneta avrà la sua occasione di riscatto a livello individuale.

Nel frattempo l’australiana Emily Seebohm ha tirato fuori una punta d’orgoglio e ha segnato il miglior crono in 2’07″09, precedendo di un solo centesimo la statunitense Phoebe Bacon, 19 centesimi l’altra statunitense Rhyan Elizabeth White, 73 centesimi la canadese Kylie Masse e 84 centesimi la favorita australiana Kaylee McKeown, quanto basta per capire che sarà una finale molto accesa.

Star della mattinata nipponica è stata Tatjana Schoenmaker che è diventata la prima donna a nuotare i 200 rana sotto i 2’19”.

La sudafricana vice campionessa mondiale e già argento olimpico a Tokyo nei 100 rana, super favorita e nemmeno quotata al centro scommesse, si aggiudica il titolo olimpico fermando il crono a 2’18″95 abbattendo il World Record della danese Rikke Moller Pedersen con 2’19”11 del 2013 e lascia le briciole alle avversarie.

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Alle sue spalle sul podio si dividono gli avanzi le statunitensi Lilly King e Annie Lazor, ben distaccate dalla 23enne, rispettivamente con i crono di 2’19″92 e 2’20″84.

Ancora una finale, quella dei 200 dorso maschili che sia nelle batterie che nelle semifinali non ha dato spunti certi su quello che avrebbe potuto essere l’esito conclusivo.

A spuntarla al termine di una finale combattuta è stato il russo bronzo olimpico e campione mondiale in carica Evgeny Rylov con il nuovo Record Olimpico di 1’53”27 che ha cancellato lo statunitense Tyler Clary con 1’53”41 del 2012.

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Alle sue spalle lo statunitense campione olimpico e argento mondiale in carica Ryan Murphy in 1’54”15 e il britannico Luke Greenbank con 1’54”72. 

Forse tra le finali più attese di oggi, quella dei 100 stile libero femminile ha visto trionfare la strafavorita australiana Emma McKeon davanti a tutte in 51”96, nuovo Record Olimpico sul suo 52”13 fatto a Tokyo e il Record Australiano sul 52”03 di Cate Campbell che chiude con il bronzo in 52″52 preceduta dall’atleta di Hong Kong Siobhan Haughey con il Record Asiatico di 52”27.

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Ai piedi del podio la canadese campionessa olimpica in carica Penny Oleksiak con 52”59, seguita dalla svedese Sarah Sjoestroem, bronzo olimpico in carica, con 52”68.

Settima l’olandese Femke Heemskerk, 34 anni il prossimo 21 settembre, argento con la 4×100 stile a Londra 2012 e oro a Pechino 2008, prima medaglia d’oro olandese nella staffetta veloce ai Giochi dal 1936, con 52”79.

Ultima finale di oggi, i 200 misti maschili, non affatto avari di sorprese grazie alla vittoria del cinese Wang Shun con il nuovo Record Asiatico di 1’55”00.

Il favorito statunitense Michael Andrew chiude addirittura fuori dal podio, quinto in 1’57”31 con una frazione a stile inguardabile, nuotata in 30”69. 

Argento al britannico Duncan Scott con 1‘56”69, bronzo allo svizzero Jeremy Deplanches con 1’56”17, mentre il magiaro Laszlo Cseh, alla sua quinta Olimpiade alla veneranda età di 35 anni, chiude settimo con 1’57″68.

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine