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foto: Luca Del Prete

Allenatore, il “Google personale del nuoto” di ogni nuotatore

Amico, confidente, sa prevedere il futuro, essere la nostra ancora nei momenti difficili e darci la spinta che ci serve

Il detto dice “Dietro ogni grande uomo c’è una grande donna” e in questo caso potremmo dire: “Dietro ogni grande nuotatore che ha fatto la storia, c’è sempre un grande coach alle sue spalle!”

Odiati e amati, ma senza di loro come si potrebbe fare?

Eccoli lì a bordo vasca, a fare km e km a piedi, avanti e indietro con fischietto e cronometro sempre in mano, come se dovessero controllare il tempo. 

Uno sguardo ambiguo li contraddistingue, non si capisce mai se sono arrabbiati o euforici, ma in entrambi i casi non è una buona notizia, perché difficilmente saranno più clementi una volta entrati in acqua. 

Come è possibile avere tanta cattiveria nel corpo? Provate a chiederlo e come risposta avrete servito un bel B2 su un piatto d’argento!

Senza di loro però siamo smarriti. Sono la guida, il “Google personale del nuoto” di ogni nuotatore, sanno sempre tutto o quasi e sapranno darci il giusto consiglio.

Il coach è molto di più di un semplice istruttore: non è solo la persona che ci dice cosa fare in acqua, che ci prende i tempi e ci corregge gli errori, è molto di più.

È il nostro amico, il confidente, la persona a cui riveliamo le nostre paure e debolezze, la spalla su cui piangere alla fine di un allenamento, o di una gara, o per qualsiasi altro problema. Non per forza connesso al nuoto.

È la persona a cui chiediamo consiglio perché lui sa tutto e saprà sicuramente dirci qual è la scelta migliore da prendere.

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Ci fidiamo e ci affidiamo completamente a lui e al suo librone magico degli allenamenti, dove ha programmato tutte le torture da oggi al 2050, che ancora non si sa come fa, ma prevede tutto. Lui può, è il suo superpotere!

Come un supereroe ha il suo dono, prevedere le cose! Ti saprà dire durante ogni allenamento tutte le sensazioni che senti in acqua, i tempi ancora prima di vedere il cronometro, con il susseguirsi di imprecazioni che non mancheranno mai.

Perchè per lui andrai sempre troppo piano o ti impegnerai sempre poco, anche se sei viola in faccia e stai per vomitare con i battiti a 210.

E non mancheranno mai nemmeno le previsioni post allenamento: è capace di prevedere le tipologie di dolori fino a due giorni, dal non riuscirai ad alzare la forchetta, alle difficoltà motorie nel fare le scale con le gradazioni di dolore che avvertirai.

I superpoteri non si limitano qui. Il meglio avviene nella settimana delle gare, quella dedicata allo scarico, che spesso diventa uno scarico fantasma perché così ha deciso il coach.

Ed ecco che partono i litigi e i pianti a dirotto! Da un lato del ring c’è l’allenatore, che avendo previsto il futuro, già sa che andrà tutto come previsto.

Dall’altra parte c’è il povero atleta, che a pochi giorni dalla gara, si sente una pezza e chiede invano un po’ di clemenza, temendo un disastro imminente. 

Come potete ben immaginare, sul ring non c’è sfida, l’avrà sempre vinta il coach! Agli atleti non resta che pregare, affidarsi all’esperienza e mettercela tutta.

Ma un allenatore difficilmente si sbaglia e il giorno della gara, con o senza scarico, l’atleta sarà pronto, perché era tutto studiato fin nei minimi particolari. 

Ecco perché bisogna lasciarsi completamente andare, dare fiducia totale e lasciarsi condurre agli obiettivi mano nella mano.

È fondamentale trovare un allenatore che ci stimoli, che ci faccia stare bene e di cui possiamo fidarci, perché il Coach con la C maiuscola, ci farà fare cose che neanche lontanamente potevamo pensare possibili.

Ci farà abbattere le barriere mentali e ci condurrà dove non riusciamo ancora ad immaginare, a livelli che però che lui ha già visto realizzarsi.

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Allenatore, il “Google personale del nuoto” di ogni nuotatore

Non è soltanto il nostro Google personale del nuoto, ma è anche un mental coach, o meglio ancora, un vero e proprio psicologo.

Quante confidenze dovrà sopportare e quante lamentele, ma affinchè l’atleta si possa sentire bene dal punto di vista psicologico, è fondamentale che abbia questo tipo di disponibilità, per poter affrontare insieme un percorso in acqua a 360 gradi.

Per vincere non basta essere solo il più veloce: bisogna metterci anche la testa. Testa, cuore e preparazione è il mix vincente per raggiungere tutti gli obiettivi.

Il giorno della gara eccoli lì ad aspettarci: i primi fan e supporter pronti a seguirci fino al blocco di partenza, sempre con cronometro alla mano, per verificare ogni singolo passaggio come pianificato e provato in allenamento.

In alcuni casi sono anche più ansiosi e invece che tranquillizzare generano panico, però sanno come strappare quel sorriso pre camera di chiamata e dirci le parole in codice.

Ogni coach ha il proprio codice segreto con il suo atleta e sa arrivare ai blocchi di partenza con il giusto mindset.

Ed ecco la magia manifestarsi: quando dopo tanti sacrifici si realizzano gli obiettivi prefissati e non si capisce chi è più felice, se l’atleta o il suo allenatore. È un tripudio di gioia!

E anche se la gara non dovesse andare proprio come si era previsto, gioie e dolori si condividono, con un abbraccio sempre pronto a sistemare ogni cosa.

Nella buona e nella cattiva sorte, lui sarà sempre al nostro fianco.

Lunga vita agli allenatori, che mondo sarebbe senza!

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MariaSofia Paparo

Studentessa presso la Facoltà di Scienze e Tecnologie della navigazione, brevetto di sub, membro del Master Team Speedo.