Il CT Vernole inserito nel gruppo internazionale che rivisiterà i metodi di classificazione dei disabili!

Swim4Life Magazine seguirà l’evoluzione degli studi in contatto diretto con l’Università dell’Australia.

Il 2016 inizia in maniera straordinaria per il movimento del nuoto paralimpico italiano grazie al prestigioso e prezioso riconoscimento che il Commissario Tecnico Azzurro Riccardo Vernole ha ricevuto da parte della IPC Swimming che l’ha ricoperto della carica di unico allenatore del gruppo che si occuperà di revisionare il sistema di classificazione per le categorie di disabilità fisica e visiva a partire da quest’anno e per i prossimi due!
Vernole, che ricordiamo esser stato inserito lo scorso dicembre dalla IPC Swimming nel gruppo composto da 12 membri che si occuperà di studiare e valutare il Programma Gare del Nuoto degli eventi internazionali – clicca qui per leggere la notizia – si recherà prossimamente a Bonn, presso la sede dell’IPC, per partecipare al primo incontro.

È stato in occasione dell’ultimo IPC Swimming Sport Forum che si è tenuto a Glasgow in occasione dei Mondiali che il Comitato Paralimpico Internazionale ha annunciato ufficialmente che il sistema di classificazione necessitava di essere rivisto e che nel breve periodo sarebbe stato allestito un gruppo di specialisti formato da ricercatori, atleti, classificatori, allenatori ed altre figure professionali provenienti da tutto il mondo che si sarebbe occupato di perseguire questo obiettivo per il quale sono state già coinvolte l’Università olandese per la ricerca relativa alla disabilità visiva e due importanti Università inglesi e australiane relativamente a progetti di ricerca sulla disabilità fisica che interessano alcuni aspetti puramente funzionali, tra i quali il “drag”, l’escursione articolare, la coordinazione e la propulsione.

classificazione-atleti-disabili-nuotoSwim4Life Magazine sarà in contatto diretto con una di queste Università, nello specifico quella dell’Australia dove Angelo Marcaro, che ha collaborato con il dottor Maurizio Mastrorilli dello staff di Swim4Life Magazine per lo studio prestativo degli atleti paralimpici di interesse nazionale nel corso della scorsa stagione, si recherà in Australia dal 26 gennaio per avviare un dottorato di ricerca sul Nuoto Paralimpico agli ordini del professor Sean Tweedy, suo supervisore nello studio di dottorato e Responsabile del Centro di Ricerca relativo ad atleti aventi disabilità fisiche.

Si tratta di un filo diretto molto interessante che non solo ci darà modo di conoscere in anteprima ed esclusiva le evoluzioni degli studi in merito all’argomento della classificazione, una delicata fase della carriere di ogni atleta paralimpico, ma che consentirà anche allo stesso CT Riccardo Vernole di avere un contatto diretto con chi condurrà gli studi in ogni momento.

Si spera dunque che possa cambiare qualcosa di importante nel mondo del nuoto paralimpico e che di casi come quello di Georgiana Victoria Bazdoaca, atleta romena che proprio agli ultimi Mondiali ha vissuto un vero e proprio incubo proprio in merito alla sua classificazione poco prima dell’evento clicca qui per leggere l’articolo – non si verifichino più.

L’evoluzione del nuoto paralimpico va avanti in progressione dunque, per un settore sempre più seguito anche a livello mediatico. Proprio oggi infatti, alle ore 18.30 circa su Raisport 1, canale 57 e 557HD, ci sarà un ampio reportage sul recente Meeting di Brescia a cura di Lorenzo Roata per Sportabilia. Ovviamente abbiamo ascoltato il diretto interessato, il CT Riccardo Vernole, per cogliere le prime impressioni a caldo in seguito alla nomina.

Quali idee hai già in mente per poter perfezionare l’attuale sistema di classificazione, più volte discusso?
«A livello generale vorrei lavorare su un paio di fronti importanti: sul lavoro che dovrà svolgere il classificatore tecnico, valutando con dei test da eseguire durante la classificazione anche la condizione fitness dell’atleta per verificare se lo stesso sia allenato o meno, confrontando poi i risultati della classificazione anche con la prestazione nella gara che disputa in quelle stesse giornate di classificazione e nelle successive che offre durante la stagione; un’altra cosa fondamentale sulla quale spingerò è relativa ai tre stili attualmente inseriti nella classe S, ovvero stile libero, dorso e farfalla per i quali secondo me la somiglianza tra loro non è scontata come considerato ad oggi, per una differenza di coordinazione e impegno delle parti muscolari degli atleti. Inoltre credo che dopo la classificazione, un atleta deve passare una seconda verifica da fare entro un determinato periodo per ricontrollare le sue potenzialità. Ma di idee ne ho tante, tra le quali realizzare riprese video durante la classificazione internazionale, sia nell’analisi in gara che a secco dell’atleta, così da avere disponibile una ulteriore importante documentazione che possa essere utilizzata per eventuali verifiche successive. Infine alle due fasi obbligatorie che attualmente compongono la classificazione, quella a secco ed il test in acqua che secondo me va sviluppato, deve essere resa obbligatoria anche la terza fase da fare in gara, la quale deve inoltre avere grande valenza nella valutazione complessiva.»

nuoto-paralimpicoIn quali miglioramenti devono sperare gli atleti, alcuni dei quali fino alla scorsa stagione hanno forse subito delle ingiustizie in ambito di classificazione?
«Spero che non sia utopia e che il sistema attuale migliori tanto, sperando anche che la classificazione non determini il valore prestativo dell’atleta e di conseguenza la sua carriera. Secondo me è inoltre assurdo classificare atleti anche poco prima di un evento importante come una Paralimpiade e credo che il termine da porre entro il quale classificare un atleta, sia quello di almeno sei mesi prima dell’evento internazionale. Questo affinchè non spunti fuori qualche atleta dal nulla poco prima dell’evento.»

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Quanto può cambiare a livello di risultati internazionali con il modificarsi dei metodi di classificazione?
«L’obiettivo è dare più equità possibile, ottenendo gare più combattute tra gli atleti della stessa classe, dopo di che non credo che possa cambiare tanto il livello di preparazione di una nazione piuttosto che un’altra.»

Clicca qui per la notizia specifica sul sito ufficiale della Federazione Italiana Nuoto Paralimpico

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine