Imparare a conoscere un nuotatore attraverso la sua specialità di nuotata
Chi è un nuotatore può capire e chi ha parlato almeno una volta con un nuotatore può confermare che nella testa di questi atleti risiede una trama intricata che neanche la coppia Jessica Fletcher e Tenente Colombo riuscirebbe a risolvere.
Ogni nuotatore ha una personalità che è spesso influenzata dalla specialità in cui compete e vice versa, un intreccio di DNA acquatico non trattato psicologicamente, né scientificamente, ma comprovato sul campo.
L’argomento lo apriamo con il ranista, ma non ci fermiamo ovviamente qui.
La specie del ranista può essere a sua volta suddivisa in di due sotto specie:
- quelli che seguono la dottrina di “Crazy Frog” il tormentone dell’estate del 2009
- quelli che seguono la dottrina del “Principe Ranocchio” di qualsiasi racconto fiabesco.
I Crazy Frog nuotano esclusivamente la distanza dei 50 metri, perché dai 100 metri in su è per loro già una gara di fondo.
Scatenati come non mai, quando nuotano la velocità pura del breastroke sembrano quasi essere sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Voci di corridoio affermano che nell’ormai lontano 400 a.C. un ranista riuscì a non respirare per tutti i 50 metri. ovviamente il regolamento della FINA non era stato ancora messo a punto.
Frettolosi di terminare la gara, quasi come un pendolare che corre verso la metro, arrivano alla piastra cronometrica con una bracciata irruenta, degna dei più grandi campioni di pungiball.
I ticket premi sono da ritirare alla cassa del bowling, alla decima piastra cronometrica rotta, una in omaggio.
I Principe Ranocchio invece traggono letteralmente ispirazione dal magico racconto omonimo. Con la maestria ed eleganza reale, il ranista in questione sale sul blocco di partenza e si tuffa in acqua con nonchalance, come se nuotare per 200 metri a rana fosse la cosa più semplice del mondo.
In realtà questa nonchalance viene persa alla virata dei 150 metri, dopo la quale sorge sempre e solo la stessa domanda: “Perché sono un duecentista?”
Diverso il discorso per i 100 metri in cui i ranisti si reinventano in un ibrido tra Crazy Frog e Principe Ranocchio che è unico da vedersi.
In altre parole, se i cinquantisti e i duecentisti sono ben confinati nelle loro distanze, i centisti no, sono una specie protetta!
Profilo caratteristico di un ranista
Comunque sia, essere un ranista non è semplice: affannarsi ad andar forte, ma essere nonostante ciò sempre un passo dietro tutti.
Lo sguardo costantemente fisso in avanti la dice lunga sul loro essere caparbi o meglio ancora, ostinati. Proprio come Wile E. il Coyote nei tentativi disparati di catturare Beep Beep, il ranista le proverà tutte pur di riuscire nel suo obiettivo e non si arrenderà fin quando non avrà ottenuto ciò che desidera.
Il ranista si butta a capofitto in ciò che si trova dinnanzi, cogliendo al volo le opportunità che si presentano, con la testa costantemente immobile tra spalla e clavicola che non lascerà margine per ripensamenti, per guardare indietro o semplicemente per scrutare ciò che li circonda.
Punti forti e sensibilità del ranista
I ranisti sono esseri dal cuore tenero, ma con una corazza non indifferente che si rafforza ogni qual volta la bracciata infrange violenta l’acqua e la gambata crea un vortice a seguire.
Non sottovalutate mai la loro potenza e la loro forza: è nel momento in cui tutti si arrendono che loro combattono!
Punti deboli del ranista
I vostri punti deboli non lo saranno per loro. Non sottovalutate mai il loro spirito di adattamento alle situazioni, luoghi o persone.
Sono abituati a sopravvivere nelle condizioni più avverse. Riescono a trattenere il fiato più di chiunque altro, così come riescono a trattenere le emozioni, gestendo respiri e sensazioni. Tutti li odiano, ma solo perché tutti li temono.
Epilogo
Ranista non si diventa e non ci si può improvvisare, ranista si nasce. Non si parla di tecnica o di nuotata, essere ranista è uno stile di vita.
Restate collegati su Swim4Life Magazine, perché la prossima specie che analizzeremo potrebbe essere la vostra!
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