Il trucco c’è ma non si vede!

Linda Cerruti ci aiuta a darvi tutti i consigli per truccarvi anche in piscina senza rischiare l’effetto panda.

Dopo aver scelto con cura la collezione Autunno/Inverno dei costumi da allenamento, sistemato alla Barbie Rapunzel i capelli dentro la cuffia ed esserci depilate così bene da avere la pelle di pesca, dovremmo essere prontissime per affrontare anche la più blasonata delle gare Master, di quelle con i fotografi “appostati” a bordo vasca con obiettivi da Paparazzi e senza un minimo di senso di colpa per quello scatto che ci riprende sempre, a bocca aperta, travolte dalle onde delle altre corsie e con il trucco inevitabilmente sciolto.

L’obiettivo da raggiungere è quello di sfatare una volta e per sempre la leggenda metropolitana che vede le nuotatrici poco femminili, dal corpo androgino e spalle larghe, capelli corti e viso pallido. Le nuotatrici, e lo dico in modo “obiettivo” e “disinteressato”, sono atlete femminili e molto attente all’estetica. Sappiamo benissimo che in acqua ci si immerge struccate, quindi, se siete fondamentalisti dell’igiene, della pulizia e del “senza trucco ad ogni costo”, questo articolo non fa per voi. I punti di vista tra l’universo maschile e quello femminile sono agli antipodi anche su questo argomento. I maschietti sono convinti della nostra bellezza “acqua e sapone” poiché ignorano gli accorgimenti che la scienza del make up ci ha gentilmente offerto nell’ultimo decennio per “sembrare” come appena uscite dalla doccia anche dopo venti minuti passati davanti ad uno specchio con pennelli e spugnette.

linda-cerruti-makeup-swimmingL’obiettivo comune alle nuotatrici è evitare quella situazione che possiamo definire ”effetto panda” quando si esce dall’acqua, o quando, toccata la piastra cronometrica, istintivamente si tolgono gli occhialini con un gesto liberatorio e deciso. Avete tutte nella testa le immagini delle Sincronette che volteggiano sorridenti con ombretti coloratissimi, brillantini un po’ ovunque e lucidalabbra perfettamente in tono con il costume? Bene, dato che il mio obiettivo è quello di raccontarvi la realtà nuda e cruda, quasi come una vera giornalista, ho raggiunto la giovanissima sincronette Savonese Linda Cerruti (foto di copertina di Peter Parks), che negli ultimi Mondiali di Kazan ha confermato la propria valenza sia nelle coreografie singole che in coppia insieme a Costanza Ferro, migliorando le prestazioni della precedente competizione iridata. Linda, con naturalezza e disponibilità pari a due chiacchiere davanti ad un caffè, ha risposto alle mie domande e fugato ogni dubbio.

«In base alle direttive artistiche che dipendono dalla coreografia che portiamo, abbiamo un trucco differente che si abbina al nostro costume, anch’esso inerente al tema del pezzo portato – racconta la Cerruti – Ormai ci aiutiamo a vicenda oppure facciamo da noi in un vero e proprio “fai da te”. Usiamo dei trucchi fatti apposta per resistere all’acqua, di ottima qualità e ti posso dire che non vanno via neanche se ti porti via la pelle. Infatti dopo è un dramma toglierlo, però in gara non fa una sbavatura.»

Come gestisci il trucco in allenamento?
«Non uso trucco in allenamento, anche perché allenandomi 9/10 ore al giorno tutto i giorni, sarebbe impossibile per la mia pelle. Diciamo che in allenamento abbiamo la nostra cuffia, gli occhialini e non siamo come nelle gare. Anche la crocchia per i capelli non sarebbe possibile tenerla tutto il giorno. Posso dirti che se esco, non rinuncio alla matita e al mascara, però come tu ben sai, durante l’anno, possono essere due o tre volte. Le altre sere sono acqua, sapone e letto.»

trucco-per-piscinaPartendo quindi dalle dritte di Linda, precisiamo: esiste una differenza tra il trucco “waterproof” ed il trucco “water resistant”. Soffermatevi dunque a leggere bene l’indicazione sul prodotto, poiché il trucco waterproof è quello più indicato per essere indossato anche al mare o in piscina, mentre quello water resistant resiste al massimo ad una lacrimuccia e rischiate di avere il viso a strisce anche dopo una brevissima immersione.

Evitiamo di pasticciare troppo con le basi. Fondotinta, cipria, blush e quant’altro devono essere evitati. Il viso rischia di essere sottoposto a irritazioni, eritemi ed infezioni causati dal contatto di questi prodotti con l’acqua ed il cloro. Puntiamo dunque su occhi e labbra, truccando i quali con piccoli accorgimenti possiamo davvero valorizzarli anche durante l’allenamento più duro. Ampio spazio al mascara quindi. Sceglietene uno nero intenso, volumizzante ed evitate prodotti con “effetto allunga ciglia”. Di solito infatti, rilasciano minuscole ciglia che si vanno ad attaccare per l’effetto collante del prodotto, all’estremità delle ciglia naturali. Il rischio è che le ciglia vengano schiacciate contro il vetro degli occhialini, a discapito della visibilità e della salute stessa dell’occhio che, con la lacrimazione, cercherà di difendersi dal corpo estraneo.

Confesso che finora non ho mai rinunciato al mascara, soprattutto in gara, e posso confermare una resistenza superiore a qualsiasi aspettativa. Se l’idea di truccarvi gli occhi e di dovere subito dopo nascondere tutto dietro le lenti degli occhialini vi trattiene dal cimentarmi con il mascara, puntate sulle labbra, tendo presente però che sono la parte più espressiva di noi anche durante una gara “veloce”.
Le avete viste le smorfie che riusciamo a realizzare durante le fasi di respirazione? Immaginate che quelle stesse smorfie, e mi riferisco soprattutto a quelle degli stili rana e delfino, siano “incorniciate” da un rossetto rosso fragola. I maschi stanno già asciugando la gocciolina di sudore che lentamente sta scorrendo dalla fronte; le donne stanno spalancando gli occhi pensando “Giammai!”

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Ed allora, visto che dobbiamo dimostrare di essere le sportive più belle del creato, seconde soltanto alla Sirenetta, ampio spazio a matite e rossetti di colore naturale, nei toni effetto “nudo” che danno alle labbra un effetto salutare e sensuale allo stesso tempo. La nostra bellezza sarà a prova di qualsiasi scatto fotografico, anche il più impietoso.

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Giusy Cisale