Da eseguire sempre dopo cicli di lavoro intenso o dopo una gara per avere maggiori benefici dagli allenamenti
Probabilmente per alcuni lettori sarà una sorpresa, ma il recupero non si identifica con il riposo assoluto. Entrambe le fasi al di fuori della preparazione, sono indispensabili per migliorare le proprie prestazioni, ma mentre il riposo assoluto è semplicemente quella parte di tempo dedicata a dormire o in generale a non fare nulla che porti a impegni fisici di qualsiasi intensità, il recupero riguarda specifiche sessioni finalizzate ad ottimizzare la riparazione dei muscoli e in generale di tutto l’organismo, ecco perché viene chiamato recupero attivo.
Abbiamo detto riparazione dei muscoli e in generale di tutto l’organismo non a caso, in quanto il recupero attivo agevola non solo il recupero muscolare, ma influisce anche sullo stato del sistema nervoso, su quello psicofisico e inoltre sul riequilibrio chimico e ormonale dell’organismo.
Qualsiasi atleta, di ogni livello agonistico o amatoriale, necessita di una sessione di recupero attivo dopo un intenso ciclo di carico che si fa sentire nelle braccia, nelle gambe e non solo. Sono quei momenti in cui alcuni dicono di “ascoltare i segnali che fornisce il proprio corpo” e di prendersi un po’ di riposo, ma la cosa migliore da fare è organizzare, o meglio ancora prevedere sessioni di recupero attivo che consistono in un allenamento blando, da condurre a bassa intensità e bassa frequenza cardiaca, con una produzione minima di lattato, ma allo stesso tempo sufficiente ad aumentare il flusso sanguigno, agevolando così la ricostruzione muscolare e lo smaltimento della fatica.
È bene fare una precisazione, ovvero che con il Recupero Attivo non si agevola lo smaltimento dell’Acido Lattico. Il lattato viene prodotto naturalmente in tutto il corpo, anche a riposo e il motivo per cui i muscoli fanno male dopo un lavoro intenso non è dovuto alla sua produzione, ma alle microlesioni cellulari che vengono riparate gradualmente nei giorni seguenti lo sforzo. L’atleta non ha quindi necessità si eliminare acido lattico ed il Recupero Attivo non ha questo scopo.
Le sessioni di Recupero Attivo possono diventare invece anche occasioni importanti per eseguire intere sessioni di esercizi finalizzate a migliorare la tecnica di nuotata ed il galleggiamento. Non sarà mai una perdita di tempo, ma bensì un valore aggiunto al programma di allenamento studiato per raggiungere un determinato obiettivo.
Naturalmente, una sana ed equilibrata alimentazione ed idratazione, unita a sufficienti ore di sonno, sono un contorno indispensabile all’attività sportiva, ma purtroppo il recupero attivo dopo un ciclo di lavoro particolarmente intenso, ma anche dopo una gara ed una singola sessione di allenamento, è spesso snobbato.
A tal proposito, ricordiamo che dopo aver svolto un periodo di lavoro intenso, l’organismo ha necessità di compensare per poter assimilare l’allenamento svolto, adattarsi e “incassare” il miglioramento che determina poi l’ottenimento di un risultato.
È inoltre importante ricordare che il recupero attivo dopo una gara o dopo una sessione di allenamento particolarmente intensa, consente di abbassare gradatamente la frequenza cardiaca, agevolando il lavoro del cuore.
Svolto sempre a basse intensità e con una bassa frequenza cardiaca, anche il Cross Training può essere identificato come Recupero Attivo: svolgere un’attività sportiva differente dal nuoto, agevolerà il recupero muscolare e soprattutto quello psicofisico.
Recentemente Speedo ha avviato un interessante programma centrato proprio sul Cross Training, fornendo allenamenti e importanti suggerimenti tecnici ed alimentari, anche per atleti che praticano discipline sportive diverse dal nuoto, per svolgere un opportuno e redditizio allenamento trasversale, realizzato grazie al coinvolgimento di Allenatori di Nuoto d’elite e atleti di alto livello provenienti dal Ciclismo, dallo Yoga e dalla Corsa. Si chiama Swim Coach e contiene oltre 200 allenamenti progettati per aiutare atleti di qualsiasi livello a raggiungere determinati obiettivi agonistici.
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