La precisione di un ingegnere meccanico applicata anche nel nuoto, così vince Francesco Bettella!

Il campione della ASPEA Padova ha saputo affermarsi nel nuoto con le medaglie delle Paralimpiadi di Rio seguite a quelle dei Mondiali e degli Europei, ma ha saputo farsi spazio anche in altri ambiti come quello universitario

In Brasile ha indicato la strada per il podio a tutti vincendo la prima medaglia delle Paralimpiadi di Rio per l’Italia con l’argento conquistato nella finale dei 100 dorso S1 e probabilmente questo non è stato soltanto un caso fortuito perché Francesco Bettella è uno che quando si pone un obiettivo, sa come raggiungerlo.
È lui “L’atleta Paralimpico del Mese” di maggio, una Rubrica nata dall’idea di Giada Lorusso, responsabile Stampa della FINP e avviata in modalità sperimentale con l’intervista a Giulia Ghiretti realizzata lo scorso febbraio promossa anche grazie all’intesa e collaborazione che da ormai tre anni esiste tra questa Testata Giornalistica e la Federnuoto Paralimpica.

Nella sua carriera ha vinto anche un bronzo nei 200 stile libero S2 ai Campionati Mondiali di Eindhoven nel 2010 e un bronzo sempre nei 200 stile libero S2 ai Campionati Europei di Berlino 2011, seguito da tre argenti vinti in quelli del 2016 di Funchal nei 200 stile libero S1 e 50 e 100 dorso S1.
L’atleta della A.S.P.E.A. Padova allenato dal tecnico Azzurro Federica Fornasiero è affetto da una malattia genetica ma questo non lo ha certamente limitato perché è riuscito a raggiungere grandi traguardi sia nel nuoto che in altri contesti della sua vita.

francesco-bettella-premio-mangiarottiIn vasca ha iniziato a muovere le sue prime bracciate tredici anni fa e nel 2009 ha esordito in nazionale in occasione dei Campionati Europei IPC di Reykjavik.
Al di là delle vittorie in vasca però, “Ciccio” è una persona che vince parecchio anche fuori dalla vasca: a febbraio ha vinto il Premio nazionale Gattamelata d’Argento, nato per promuovere la cultura e la pratica del volontariato e della solidarietà, per le due medaglie d’argento vinte alle Paralimpiadi di Rio e per le tre medaglie d’argento vinte ai Campionati europei 2016, seguito dalla Menzione d’Onore ricevuta ad aprile in occasione del Premio Internazionale Mangiarotti che ha come obiettivo quello di diffondere e premiare i principi di sportività, lealtà ed etica sportiva soprattutto tra i giovani e dal Premio Michelangelo ricevuto il 23 maggio dal Cenacolo di Padova come atleta dell’anno padovano.

Oltre ai premi, Bettella ha inoltre conseguito risultati prestigiosi anche negli studi con la Laurea in Ingegneria Meccanica arrivata poco dopo gli Europei di Funchal e appena prima delle Paralimpiadi di Rio, dando quindi ulteriore lustro al risultato raggiunto proprio perché arrivato in concomitanza con la dura preparazione che il 28enne stava seguendo per i due impegni sportivi.

Come ti senti ad aver vinto quest’anno tutti questi premi legati al mondo dello sport?
“Per me è un grande onore e un grande piacere aver vinto questi premi che sono molto importanti e che rappresentano un grande riconoscimento per quello che ho fatto”

franceso-bettella-rio-2017Cosa hai provato invece ad aver vinto la prima medaglia delle Paralimpiadi di Rio per l’Italia (foto a destra La Stampa)?
“Una casualità di calendario gare ha voluto che fossi io il primo a scendere in vasca tra gli Azzurri ed il primo a vincere una medaglia alle Paralimpiadi. Il fatto di essere stato il primo ha sicuramente aggiunto ancora più sapore alla medaglia che già ne aveva tanto”

Come è stato emotivamente affrontare quella prima gara nei 100 dorso?
“Quella è stata per me una delle gare più difficili da affrontare a livello psicologico in tutta la mia carriera. Avevo buone possibilità di fare bene, ma a quel livello non puoi mai sapere cosa succede in finale, per cui sono arrivato lì con parecchia responsabilità, anche per il fatto che quella poteva essere la prima medaglia per l’Italia. Tutte queste pressioni hanno reso ancora più grande la gioia per aver raggiunto l’obiettivo”

Ricordo di aver visto dalla TV molti dello staff Italia che ti abbracciavano
“Si ho ricevuto molti complimenti anche da alcuni dirigenti del CIP che erano venuti in piscina perché era nell’aria che potessi vincere la prima medaglia per l’Italia. Ricordo in particolare i complimenti del Presidente Pancalli mentre ero in camera di premiazione in attesa della cerimonia di consegna della medaglia. Gli abbracci e i complimenti subito dopo la gara sono uno dei ricordi più belli di quella vittoria”

Sportline-costumi-SPEEDO-640x387

francesco-bettella-nuoto-paralimpicoCom’è stata complessivamente Rio?
“Forte dell’esperienza dei Giochi di Londra 2012, devo dire che quella di Rio è stata un’esperienza molto positiva perché mi sono trovato bene sotto tutti i punti di vista, dal gruppo all’organizzazione. L’ho vissuta quindi molto bene e ovviamente le medaglie hanno aggiunto quel qualcosa in più alla spedizione italiana”

Tu che sei tra gli atleti più esperti ed hai vissuto in pieno l’evoluzione dell’ultimo quadriennio, cosa hai visto di differente tra Londra e Rio?
“Beh io ho vissuto un po’ tutta la crescita del movimento nuoto paralimpico, ho visto praticamente nascere la FINP e vissuto in prima persona il lavoro fatto in tutti questi anni. A Londra si era iniziato a vedere qualcosa ma si sapeva che l’obiettivo vero era Rio e in questi quattro anni ho visto effettivamente molti giovani emergere ed un grande lavoro dello staff tecnico nazionale, sia nel curare gli atleti d’elite che avevano già un altissimo livello, sia per tirare su i giovani che dovevano affermarsi, tanto è vero che a Rio eravamo la delegazione più numerosa e giovane del nostro Paese e penso che questo sia un dato significativo”

Sono cambiate anche tante altre cose, quelle cose che si nascondono dietro alle vittorie, come i numerosi studi sulla tecnica di nuotata, i collegiali specialistici e le altre iniziative promosse dalla FINP che sono poi la semina dei risultati raccolti in vasca e tutta questa evoluzione tu l’hai vissuta in pieno
“Si è vero, sono cambiate molte cose e devo dire che questo è anche moto apprezzabile visto che la nostra Federazione non ha un budget importantissimo. Ha dovuto fare grossi sacrifici per organizzare ad esempio il raduno di Ostia prima di Rio, così come i vari collegiali. Bisogna riconoscere però che questi sacrifici hanno portato comunque a risultati importanti dati dagli atleti che sono migliorati tanto”

Adesso ci sono i Mondiali in Messico e tu che ai Mondiali hai già vinto una medaglia di bronzo nel 2010, cosa vorresti ottenere?
“Beh diciamo che arrivare ai Mondiali dopo i due argenti vinti alle Paralimpiadi è una bella responsabilità. Confermare queste medaglie sarebbe già una bella cosa, ma è ovvio che diventa sempre più difficile confermarsi perché intanto il livello tecnico si alza sempre di più e arrivano anche nuovi atleti”

francesco-bettella-federica-fornasieroIl tuo percorso sportivo è stato sempre sotto la guida di Federica Fornasiero. Quanto è stata importante per te la sua presenza?
“Dire che è stata fondamentale nei miei tredici anni di carriera, anche perché il mio fisico ha un meccanismo e un metabolismo diverso e particolare rispetto ad un normodotato, tanto da portarci ogni anno ad iniziare la stagione da una pagina bianca, come se facessimo un rompicapo. Abbiamo dovuto un po’ reinventarci e adattarci alle tipologie classiche di allenamento, ma tempi alla mano abbiamo sempre fatto la preparazione giusta, anche se questo non fosse affatto scontato”

Si dice che un allenatore sia importantissimo non soltanto per quanto ti fa fare in acqua. È stato anche per te così?
“Assolutamente si, perché oltre ad impartirmi gli allenamenti, Federica mi ha insegnato a prendere coscienza di me stesso, delle mie potenzialità, delle mie capacità in quel preciso momento e questo va al di là di ogni allenamento perché questo ha fatto la differenza negli anni ed è stato importante nella mia carriera”

Parlando di cose importanti, tu hai l’abitudine di realizzare qualcosa di importante nella tua vita a distanza ravvicinata da eventi di nuoto altro e tanto importanti: hai conseguito la Laurea triennale in Ingegneria Meccanica poco dopo i Mondiali di Montreal, mentre invece la Magistrale è arrivata tra gli Europei e le Paralimpiadi. Hai qualcosa in mente poco prima o poco dopo il Messico?
“Per il momento no perché per fortuna ho finito di studiare. Comunque la Laurea dell’anno scorso è stata parecchio impegnativa ma negli anni devo dire di aver imparato a organizzare la mia giornata dividendomi tra gli allenamenti e lo studio senza peccare in nessuna delle due cose che ho portato avanti comunque con grossi sacrifici. La cosa fondamentale era mantenere alta la concentrazione in entrambe, però sono riuscito a farlo perché avevo ben chiari i due obiettivi verso i quali stavo lavorando e questo mi ha dato spinta in entrambi gli ambiti”

francesco-bettellaDiciamo che sei un po’ ingegnere anche in acqua
“Si è vero, è così, anche perché applico molto i miei studi alla mia nuotata e quindi nuoto e professione sono perfettamente legati uno all’altra”

Visto che come tesi di Laurea hai trattato il Rugby in carrozzina, in che modo ti piacerebbe applicare ciò che hai appreso negli studi nella tua vita professionale?
“Il progetto per la tesi è stata una bellissima esperienza perché mi ha permesso di applicare i concetti di ingegneria meccanica alle dinamiche di uno sport ed ho scelto il Rugby perché mi ha sempre affascinato, tanto è che in passato ho provato anche a praticarlo. Mi piacerebbe molto continuare a fare cose del genere anche nel mio lavoro futuro”

francesco-bettella-aspea-padovaPensi di dedicarti alla professione di ingegnere più in avanti o impegnarti adesso sia in quella che nel nuoto in maniera parallela?
“Per adesso sto portando avanti le due cose parallelamente perché attualmente ho una borsa di studio all’interno dell’Università di Padova per continuare a seguire il progetto che riguarda il Rugby in carrozzina, ma in ogni caso la mia intenzione è di portare avanti le due cose parallelamente anche in futuro perché non riesco a fare a meno di nessuna delle due e poi accontentarsi di una sola delle due cose sarebbe controproducente per entrambe. Finché riuscirò ad incastrare tutto e trovare gli equilibri, non lascerò nessuna delle due attività”  

Maggio è stato però un mese particolarmente florido per il nuoto paralimpico marcato FINP, quindi restate collegati su Swim4Life Magazine ed aspettatevi a breve l’intervista ad un altro atleta che si è particolarmente distinto in questo mese.

Clicca qui per l’intervista a Giulia Ghiretti, atleta Paralimpica di febbraio

Clicca qui per l’intervista a Cecilia Camellini, atleta Paralimpica di marzo

Clicca qui per l’intervista a Efrem Morelli, atleta Paralimpico di aprile

Ti è piaciuto questo articolo? Allora metti un Mi Piace alla nostra Pagina Ufficiale su Facebook!

Swim4Life – All rights reserved

occhialini-piscina-speedo-biofuse-2

Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine