Nuoto, come allenare l’istinto per l’arrivo a farfalla!

L’ultima fase di gara va preparata bene attraverso esercizi di tecnica e simulazioni di gara

Esitare nel nuoto significa rimetterci tanto e giocarsi talvolta un’intera stagione di sacrifici e fatica in una frazione di secondi. Essere allenati allo sforzo fisico, alla velocità e alla resistenza e nuotare on maniera ottimale tutte le fasi di gara può non bastare se si sbaglia l’arrivo!
Meglio quindi essere preparati e lo si può fare soltanto dedicando tempo e pazienza agli accorgimenti tecnici da curare in allenamento per ogni fase della gara, dal tuffo, alla virata passando per la nuotata, senza escludere una delle parti forse più importanti della gara: l’arrivo!

L’arrivo nella nuotata a farfalla, o anche delfino, è l’ultima fase della gara e influisce, così come in qualsiasi altro stile, in maniera importante sul risultato finale, perché anche una piccola disattenzione o incertezza sulla forza e ritmo da impiegare nella distanza da coprire negli ultimi metri, può determinare un errore decisivo.
Preparare l’arrivo è importantissimo e allenarlo costantemente è l’unica strada per migliorarlo, così da avere le migliori potenzialità e condizioni per poter completare la gara in maniera efficace. In tutto questo entra in gioco anche l’istinto, così come l’abitudine meccanica dei movimenti ed è pertanto consigliabile simulare le fasi di gara, nello specifico l’arrivo, anche durante gli allenamenti, evitando di “tagliare” l’arrivo al termine di ogni nuotata e sessione di allenamento, provando invece il tocco del muretto in maniera decisa, proprio come se ogni volta si stesse eseguendo l’arrivo di una gara.
In questo modo sarà più facile metabolizzare, memorizzare e perfezionare i movimenti corretti da eseguire in gara, allenando l’istinto ad eseguire un arrivo sempre più deciso e senza incertezze.

Allenare l’istinto per eseguire un arrivo deciso ed efficace, senza sbavature, può essere talvolta stressante, ma mancare completamente l’arrivo al muretto al termine della serie di allenamento, rallentando e addirittura fermando la nuotata prima che termini la vasca, è una cattiva abitudine che può influire negativamente sull’istinto e sull’efficacia e sicurezza da portare in gara.
Essere preparati psicologicamente e meccanicamente a eseguire un arrivo perfetto è molto importante anche perché non bisogna dimenticare che negli ultimi metri di una gara le energie sono ormai al minimo ed anche la concentrazione diventa debole.
È consigliabile perfezionare la nuotata negli ultimi cinque metri, in cui coordinazione tra bracciata e gambata, nonché frequenza di nuotata, devono essere eseguiti con la sicurezza di nuotare in maniera tale da poter arrivare alla piastra cronometrica nel modo più rapido ed efficace possibile.

Oltre alle buone abitudini da osservare in allenamento, è bene praticare spesso esercizi per allenare l’istinto dell’arrivo a farfalla, posizionandosi ad esempio pochi metri prima delle bandierine per poter provare esclusivamente l’arrivo. Questo aiuterà in ogni allenamento a migliorare tale importante fase di gara, permettendo all’atleta di studiare i suoi tempi e prendere distanze e riferimenti sulla vasca evitando in gara l’improvvisazione, abbassando notevolmente il rischio di commettere errori e quindi evitando mezze bracciate o bracciate lunghe.

Nella farfalla, una frequenza della nuotata errata può significare un arrivo troppo lungo o troppo corto, che sono gli errori più comuni e che comportano una perdita di tempo preziosa. Allenando l’istinto a eseguire un arrivo che tende alla perfezione, aiuterà a risolvere questo problema, migliorando di netto anche le virate e le seguenti ripartenze.
È da tener bene presente che è importante non farsi ingannare dalla piastra cronometrica e non alzare la testa per guardarla negli ultimi 10-15 metri prima del muretto e soprattutto dalle bandiere in poi, è bene evitare inoltre di provare a cambiare ritmo rompendo così la frequenza della bracciata e della gambata in maniera importante: si finirebbe col perdere coordinazione e velocità.
L’arrivo perfetto prevede di avvicinarsi al muretto con lo sguardo rivolto verso l’acqua, con l’ultima battuta di gambe che deve accompagnare la propulsione dell’ultima bracciata in maniera potente, allungando le braccia e il corpo verso la piastra cronometrica.

Da ricordare
Nella nuotata a farfalla è bene ricordare che l’atleta deve toccare il muretto con entrambe le mani separate e simultaneamente sopra, sotto o pari al livello dell’acqua, non importa se a differenti altezze l’una dall’altra.
Durante la fase subacquea è consentito eseguire gambate a delfino con il corpo posizionato sul fianco, ma non è permesso ruotare sul dorso in nessun momento della nuotata, tranne che nella virata in cui dopo avere toccato la parete è permessa qualsiasi rotazione, a condizione che il corpo, nel momento in cui si stacca dalla parete, sia tornato sul petto.

Il ciclo di bracciata deve essere simultaneo tra le due braccia, sopra il livello dell’acqua durante la fase di apertura, presa e recupero e sotto il livello dell’acqua durante la trazione e spinta.
Gambe e piedi non devono necessariamente essere allo stesso livello, ma non sono consentiti movimenti alternati delle une o degli altri. La gambata deve essere eseguita esclusivamente a delfino, tranne che per il settore Master in cui è consentita anche la gambata a rana.
Dopo la partenza e dopo ogni virata, è consentito durante la fase subacquea (massimo 15 metri) eseguire uno o più colpi di gambe a delfino ed una singola trazione subacquea delle braccia prima di emergere in superficie.

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Paco Clienti

Responsabile Redazione Swim4Life Magazine