«Nel nuoto devi sempre dare il massimo, finire un allenamento o una gara arrivando sempre in quella soglia tra la vita e la morte»
I Giochi Europei Giovanili disputati a Genova lo scorso settembre hanno dato un’altra evidenza del lavoro svolto negli ultimi anni dagli addetti operanti nel capo della Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, volti alla crescita del settore e degli atleti: quando si è presentata l’occasione di raccogliere i frutti di quanto seminato, gli Azzurri si sono fatti trovare pronti conquistando ben 38 medaglie (5 ori, 16 argenti e 8 bronzi) con 13 dei 17 atleti impegnati in vasca, medaglie condite inoltre da diversi Record di Categoria e Italiani.
Tra i protagonisti della rassegna europea giovanile disputata in vasca corta, spicca Salvatore Urso che oltre ad essere stato l’Azzurro più medagliato dei Campionati, è stato anche quello che forse ha sbalordito piacevolmente più di tutti.
L’atleta classe S11 – non vedente – tesserato per la Noived Napoli ha infatti portato a casa tre medaglie d’oro e tre d’argento, rispettivamente nei 400 stile libero, 100 stile libero e 100 farfalla e 100 dorso, 100 rana e 200 misti, siglando in tutte le gare il suo personale oltre a tre Record Italiani Assoluti e due di Categoria!
È per questo che Salvatore è “L’atleta Paralimpico del Mese” di ottobre, Rubrica nata dall’idea di Giada Lorusso, responsabile Stampa della FINP, promossa grazie all’intesa e collaborazione che da ormai tre anni esiste tra Swim4Life Magazine e la Federnuoto Paralimpica.
Salvatore ha una disabilità che lo avvicina moltissimo ad essere non vedente: è quasi impossibile avere delle informazioni in merito al suo visus, pari a zero, ma in conseguenza alla patologia dalla quale è affetto, una microftalmo congenito, soffre di diverse problematiche che influiscono sulla sua vista, tale da essere considerando un non vedente.
«Fisicamente sono ok e quindi so che posso esprimere il massimo delle mie possibilità in vasca – racconta Salvatore durante l’intervista – Non riesco a fare le virate e gli arrivi perfettamente a causa della mia disabilità, ma in acqua siamo tutti uguali e nel nuoto paralimpico ci esprimiamo contro la nostra disabilità per trovare dei meccanismi che ci consentano di adattarci alle nostre condizioni fisiche. È come se in qualche modo il nuoto paralimpico ti permettesse di battere la tua disabilità»
Salvatore, 18 anni fatti il 24 settembre, vive a Quarto, nell’interland napoletano, con la famiglia in cui vanta anche un fratello gemello che nuota come lui ma non ai suoi livelli.
Studia l’ultimo anno di Liceo Scientifico e dopo intende fare l’Università, ancora indeciso se provare la strada della Fisioterapia per restare nell’ambito sportivo o dedicarsi ad altro.
Oltre al nuoto nutre altre tre grandi passioni: la musica, il calcio e la cucina.
Il genere rock è quello che predilige e Roger Waters sarà il prossimo artista che andrà a seguire dal vivo, ma non disdegna nemmeno la musica d’autore, di cui ama Puccini e De Andrè.
«Ho ascoltato anche musica classica provando l’esperienza del teatro, ma non è riuscita a rapirmi» racconta Salvatore che inoltre suona la batteria da auto didatta ed ama il Napoli Calcio e la tavola, in particolare quella della cucina tipica napoletana, motivo per cui nascono sempre conflitti d’interesse con la nonna rispetto alla dieta che sarebbe prevista per uno sportivo.
Quando hai iniziato a nuotare?
«Avevo otto anni ma mi fermai dopo un anno perché demotivato. Ripresi spinto dal mio attuale allenatore, Luca Del Giudice, che contattando la mia famiglia mi convinse a tornare in piscina»
Qual è il ricordo che ti viene in mente se ti chiedo di dirmi quando hai iniziato a pensare che potevi fare qualcosa di rilevante in questo sport?
«Da piccolo ero convinto che tutti fossero sempre più veloci di me e invece dopo la mia prima gara fatta in allenamento, in cui riuscii a battere tutti i miei compagni, presi convinzione dei miei mezzi e da allora non mi sono più fermato. Ancora oggi punto sempre a fare meglio»
Come ti sei sentito e cosa hai pensato quando sei stato inserito nella nazionale giovanile?
«Sinceramente dopo essere stato declassato da S12 a S11 e inoltre dopo aver migliorato tutti i miei personali, avevo forti speranze di essere convocato per gli Europei Giovanili. È stata una bella soddisfazione per me e il mio allenatore, nonché per la mia famiglia: sono riuscito a ripagare tutti i sacrifici fatti da me ma anche dalle persone che contribuiscono a far si che io possa allenarmi bene e con continuità»
Come ti senti a pensare che a Genova sei stato l’Azzurro più medagliato degli Europei Giovanili?
«Mi sento veramente alla grande! Dopo gli Europei mi è venuto in mente Mark Spitz che in una sola Olimpiade vinse sette medaglie ed ho fantasticato un po’ – racconta sorridendo Salvatore – Mi è piaciuto riflettere poi che senza le mie medaglie l’Italia avrebbe vinto sei medaglie in meno e che ero riuscito nel mio obiettivo di partenza, ovvero fare bene e vincere quanto più possibile»
Quale gara ti è piaciuta e ti ha soddisfatto di più?
«Sicuramente i 100 farfalla che è la mia gara preferita che tra l’altro ho fatto dopo i 100 dorso in cui pur vincendo l’argento, avevo tenuto a risparmiare energie per la gara successiva. Preso dall’atmosfera e dall’entusiasmo, ho migliorato il mio personale di tanto ed è stato fantastico perché è arrivato quell’oro tanto ambito»
Senti responsabilità maggiori dopo i risultati dei Giochi Europei?
«Sono convinto che se una cosa ti piace la fai bene a prescindere. Ovviamente vincere aiuta a vincere, ma io cerco sempre di dare tutto quello che ho, sia in allenamento che in gara, cosa che continuerò a fare. Nel nuoto devi finire un allenamento o una gara arrivando sempre in quella soglia tra la vita e la morte»
Come guardi adesso la stagione che ti aspetta e quali sono gli obiettivi che ti sei posto?
«Sicuramente gli Europei Assoluti di Dublino sono l’obiettivo stagionale, ma intanto devo riuscire prima a ripetere i tempi fatti agli Europei di Genova anche in vasca lunga, dopo di che proveremo ancora a divertirci»
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